Italia-Panama, primo sì della Camera al Ddl sullo scambio dati
Primo passo per sbloccare lo scambio di informazioni con Panama. Un vero e proprio addio al segreto bancario atteso e che se non fosse arrivato si sarebbe tramutato in beffa soprattutto dopo il recente scandalo dei Panama papers, ovvero dell’elenco di contribuenti che negli anni hanno depositato ingenti capitali nel Paese centroamericano. Almeno 800 i contribuenti residenti in Italia. Senza accordo sulle doppie imposizioni e soprattutto sullo scambio di informazioni i dati recuperati ora con l’inchiesta giornalistica sarebbero di fatto inutilizzabili da parte dell’amministrazione finanzairia. Eppure Panama da parte sua aveva ratificato il bilaterale da diversi anni. Ad essere inadempienti erano proprio Governo e Parlamento italiano.
Il Ddl di ratifica della Convenzione tra Italia e Panama ha dunque superato il primo scoglio parlamentare. L’Aula della Camera ha approvato con 318 voti favorevoli, un solo contrario e 98 astenuti (Sinistra italiana e M5S) il Ddl di ratifica ed esecuzione della Convenzione per evitare le doppie imposizioni sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali. Il provvedimento che dà esecuzione all'accordo, siglato e Roma e a Città di Panama il 30 dicembre 2010, passa ora all'esame del Senato. L’entrata in vigore dell’accordo potrebbe giocare anche un ruolo di rilievo anche in previsione di una riedizione della voluntary disclosure. La prima edizione del rientro dei capitali ha poggiato le sue fondamenta sull’accordo con la Svizzera e la sua uscita dalla black list. Ora potrebbe essere il turno di Panama dove potenziali comportamenti evasivi o elusivi potrebbero perdere quella copertura data dalla mancanza di uno scambio di dati .
L’intesa italo-panamense, si legge nella documentazione di Montecitorio sul provvedimento, si inserisce nel contesto generale di ampliamento della rete di convenzioni stipulate dall'Italia al fine di evitare le doppie imposizioni. La struttura dell'intesa corrisponde, inoltre, allo schema base elaborato dall'Ocse e punta a favorire una più intensa cooperazione economica e una più stretta collaborazione amministrativa tra i due Paesi.
Il Ddl di ratifica Italia-Panama
È tra l'altro previsto uno scambio di informazioni tra gli organi giudiziari e fiscali dei due Paesi, nel rispetto delle rispettive norme e prassi legislative o amministrative. Nessuna delle due Parti contraenti potrà, in particolare, rifiutare di fornire informazioni sulla base del fatto che esse siano detenute da una banca, da un'istituzione finanziaria o da un agente fiduciario. Un aspetto, osserva il servizio studi della Camera, «palesemente in linea con i nuovi orientamenti internazionali per la sostanziale fine del segreto bancario». Viene tuttavia escluso, nel Protocollo aggiuntivo alla Convenzione, qualsiasi obbligo per le Parti contraenti di uno scambio automatico di informazioni
NOTA di Nick
*Ora potrebbe essere il turno di Panama dove potenziali comportamenti evasivi o elusivi potrebbero perdere quella copertura data dalla mancanza di uno scambio di dati .NON SE SEI RESIDENTE QUI, ADDIRITTURA SEI IMMUNE ALLE DENUNCE PER FRODE ED EVASIONE FISCALE
*Viene tuttavia escluso, nel Protocollo aggiuntivo alla Convenzione, qualsiasi obbligo per le Parti contraenti di uno scambio automatico di informazioni . QUINDI SOLO SCAMBIO BILATERALE E NON MULTILATERALE ED SOLO SU PRESUNZIONE DELITTUOSA OD SU BASE DI RESIDENZA FISCALE ,QUINDI SE HAI COMMESSO CRIMINI ,I CUI PROVENTI SONO A PANAMA O NON HAI COMMESSO CRIMINI MA NON SEI RESIDENTE A PANAMA E SEI ANCORA (PIRLA) RESIDENTE IN ITALIA CON IL NERO A PANAMA GIUSTAMENTE TE LO PRENDI IN QUEL POSTO
- di Marco Mobili e ******** Parente
- 17 maggio 2016
Primo passo per sbloccare lo scambio di informazioni con Panama. Un vero e proprio addio al segreto bancario atteso e che se non fosse arrivato si sarebbe tramutato in beffa soprattutto dopo il recente scandalo dei Panama papers, ovvero dell’elenco di contribuenti che negli anni hanno depositato ingenti capitali nel Paese centroamericano. Almeno 800 i contribuenti residenti in Italia. Senza accordo sulle doppie imposizioni e soprattutto sullo scambio di informazioni i dati recuperati ora con l’inchiesta giornalistica sarebbero di fatto inutilizzabili da parte dell’amministrazione finanzairia. Eppure Panama da parte sua aveva ratificato il bilaterale da diversi anni. Ad essere inadempienti erano proprio Governo e Parlamento italiano.
Il Ddl di ratifica della Convenzione tra Italia e Panama ha dunque superato il primo scoglio parlamentare. L’Aula della Camera ha approvato con 318 voti favorevoli, un solo contrario e 98 astenuti (Sinistra italiana e M5S) il Ddl di ratifica ed esecuzione della Convenzione per evitare le doppie imposizioni sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali. Il provvedimento che dà esecuzione all'accordo, siglato e Roma e a Città di Panama il 30 dicembre 2010, passa ora all'esame del Senato. L’entrata in vigore dell’accordo potrebbe giocare anche un ruolo di rilievo anche in previsione di una riedizione della voluntary disclosure. La prima edizione del rientro dei capitali ha poggiato le sue fondamenta sull’accordo con la Svizzera e la sua uscita dalla black list. Ora potrebbe essere il turno di Panama dove potenziali comportamenti evasivi o elusivi potrebbero perdere quella copertura data dalla mancanza di uno scambio di dati .
L’intesa italo-panamense, si legge nella documentazione di Montecitorio sul provvedimento, si inserisce nel contesto generale di ampliamento della rete di convenzioni stipulate dall'Italia al fine di evitare le doppie imposizioni. La struttura dell'intesa corrisponde, inoltre, allo schema base elaborato dall'Ocse e punta a favorire una più intensa cooperazione economica e una più stretta collaborazione amministrativa tra i due Paesi.
Il Ddl di ratifica Italia-Panama
È tra l'altro previsto uno scambio di informazioni tra gli organi giudiziari e fiscali dei due Paesi, nel rispetto delle rispettive norme e prassi legislative o amministrative. Nessuna delle due Parti contraenti potrà, in particolare, rifiutare di fornire informazioni sulla base del fatto che esse siano detenute da una banca, da un'istituzione finanziaria o da un agente fiduciario. Un aspetto, osserva il servizio studi della Camera, «palesemente in linea con i nuovi orientamenti internazionali per la sostanziale fine del segreto bancario». Viene tuttavia escluso, nel Protocollo aggiuntivo alla Convenzione, qualsiasi obbligo per le Parti contraenti di uno scambio automatico di informazioni
NOTA di Nick
*Ora potrebbe essere il turno di Panama dove potenziali comportamenti evasivi o elusivi potrebbero perdere quella copertura data dalla mancanza di uno scambio di dati .NON SE SEI RESIDENTE QUI, ADDIRITTURA SEI IMMUNE ALLE DENUNCE PER FRODE ED EVASIONE FISCALE
*Viene tuttavia escluso, nel Protocollo aggiuntivo alla Convenzione, qualsiasi obbligo per le Parti contraenti di uno scambio automatico di informazioni . QUINDI SOLO SCAMBIO BILATERALE E NON MULTILATERALE ED SOLO SU PRESUNZIONE DELITTUOSA OD SU BASE DI RESIDENZA FISCALE ,QUINDI SE HAI COMMESSO CRIMINI ,I CUI PROVENTI SONO A PANAMA O NON HAI COMMESSO CRIMINI MA NON SEI RESIDENTE A PANAMA E SEI ANCORA (PIRLA) RESIDENTE IN ITALIA CON IL NERO A PANAMA GIUSTAMENTE TE LO PRENDI IN QUEL POSTO
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