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Dropshipping con societa' rumena: IVA e termini e condizioni

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  • Dropshipping con societa' rumena: IVA e termini e condizioni

    Ciao a tutti,
    ringrazio il cielo di aver trovato questo forum e ringrazio tutti quanti perche' ho trovato un sacco di informazioni utili.
    Come ho spiegato nel titolo, mi sto aprendo una attivita' di dropshipping con fornitori in loco.
    I fornitori con cui sto facendo degli accordi sono locati uno in Inghilterra ed uno in Italia. La mia azienda e' registrata in Romania.

    Volevo sapere come regolarmi per l'IVA in quanto altrove, cercando con Google, ho letto quanto segue (faccio copia incolla).
    IT1 vende a UE1 che vende aIT2 (la merce va da IT1 a IT2)
    - IT1 emette fattura a UE1 con Iva 20% (e’ una cessione interna); non compila Intra.
    - UE1 emette fattura a IT2 senza applicazione d’imposta tipo art. 7/633;
    - IT2 emette autofattura art. 17 c. 3 sulla fattura di UE1 e la registra sia nel registro acquistiche nel vendite;
    - Non si compila nessun Intra.(N.B. se UE1 non vuole perdere l’Iva applicatagli deve nominareun rappr. Fiscale in Italia oppure utilizzare un deposito fiscale).

    EDIT: Nel mio caso IT2 pero' non e' una azienda, quindi non emette fattura, bensi' un privato cittadino che compra un bene.

    Quindi in soldoni me la prenderei in saccoccia perche' mi farebbe molto comodo invece sfruttare questa situazione per avere un ulteriore sconto sui prodotti del 22%.
    Volevo capire poi, seguendo la legge alla lettera, nel caso in cui non vi sono "workaround", quali sarebbero i costi e gli eventuali svantaggi di un rappresentante fiscale in Italia oppure di un deposito fiscale in Italia.


    La seconda domanda poi riguarda i Terms And Conditions da inserire sul sito.
    Infatti, ogni fornitore trovandosi in stati diversi opera in base a legislazioni diverse, fermo restando i paletti imposti dall'UE ed inoltre puo' offrire condizioni piu' vantaggiose per il cliente o piu' svantaggiose fermo restando i paletti UE.

    La logica mi dice che nei TOS dovrei inserire le condizioni del fornitore (drop-shipper, colui che ha e spedisce la merce), nel mio caso 2 per fortuna, a maggior ragione che la merce viene spedita dall'Italia in Italia e dagli UK in UK anche per cercare di rendere i costi di spedizione i piu' bassi possibile.

    Tuttavia, essendo la societa' di diritto Rumeno, qualche dubbio continuo ad averlo.

    Per concludere, se ve lo state chiedendo, sono un cittadino Italiano residente in Romania da 3 anni ed ho costituito una societa' da qualche mese che ha proprio come primo oggetto dell'attivita' il commercio elettronico tramite Internet come intermediario (ovvero non sono io ad occuparmi dello stoccaggio e della spedizione).

    In attesa di un vostro cortese riscontro (qui in Romania di professionisti con le palle ce ne sono veramente pochi), vi porgo i miei piu' cordiali saluti.

    Buon weekend.
    Last edited by spotted; 26/09/2015, 19:26.

  • #2
    Originariamente Scritto da spotted Visualizza Messaggio
    Ciao a tutti,
    ringrazio il cielo di aver trovato questo forum e ringrazio tutti quanti perche' ho trovato un sacco di informazioni utili.
    Come ho spiegato nel titolo, mi sto aprendo una attivita' di dropshipping con fornitori in loco.
    I fornitori con cui sto facendo degli accordi sono locati uno in Inghilterra ed uno in Italia. La mia azienda e' registrata in Romania.

    Volevo sapere come regolarmi per l'IVA in quanto altrove, cercando con Google, ho letto quanto segue (faccio copia incolla).



    EDIT: Nel mio caso IT2 pero' non e' una azienda, quindi non emette fattura, bensi' un privato cittadino che compra un bene.

    Quindi in soldoni me la prenderei in saccoccia perche' mi farebbe molto comodo invece sfruttare questa situazione per avere un ulteriore sconto sui prodotti del 22%.
    Volevo capire poi, seguendo la legge alla lettera, nel caso in cui non vi sono "workaround", quali sarebbero i costi e gli eventuali svantaggi di un rappresentante fiscale in Italia oppure di un deposito fiscale in Italia.


    La seconda domanda poi riguarda i Terms And Conditions da inserire sul sito.
    Infatti, ogni fornitore trovandosi in stati diversi opera in base a legislazioni diverse, fermo restando i paletti imposti dall'UE ed inoltre puo' offrire condizioni piu' vantaggiose per il cliente o piu' svantaggiose fermo restando i paletti UE.

    La logica mi dice che nei TOS dovrei inserire le condizioni del fornitore (drop-shipper, colui che ha e spedisce la merce), nel mio caso 2 per fortuna, a maggior ragione che la merce viene spedita dall'Italia in Italia e dagli UK in UK anche per cercare di rendere i costi di spedizione i piu' bassi possibile.

    Tuttavia, essendo la societa' di diritto Rumeno, qualche dubbio continuo ad averlo.

    Per concludere, se ve lo state chiedendo, sono un cittadino Italiano residente in Romania da 3 anni ed ho costituito una societa' da qualche mese che ha proprio come primo oggetto dell'attivita' il commercio elettronico tramite Internet come intermediario (ovvero non sono io ad occuparmi dello stoccaggio e della spedizione).

    In attesa di un vostro cortese riscontro (qui in Romania di professionisti con le palle ce ne sono veramente pochi), vi porgo i miei piu' cordiali saluti.

    Buon weekend.
    P.S.: Chiedo scusa a tutti se ho aperto un'altra discussione che verte sul drop-shipping, discorso gia' tratto piu' volte in questa comunita', tuttavia dopo aver letto la maggior parte degli altri thread con la stessa tematica, posso dire che il mio caso non e' trattato.
    Posto che non siete tenuti a rispondermi, in quanto le risposte sono date volontariamente, queste due righe le scrivo per evitare che mi si dica che ci sono gia' thread inerenti.

    Poi qualcuno mi dira': "Ma se vuoi fare la concorrenza sul prezzo hai qualcosa di sbagliato nel business model".
    Il business model e' valido, infatti lo affianco ad uno studio di videochat che qui e' perfettamente legale.
    Tuttavia, se posso evitare di pagare questo 22% di tasse che diventaranno 24%, perche' devo regalare questi soldi?

    In Romania, e parlo della Romania, nel 2012-2013 dati alla mano il valore della transazione media online e' di 50 euro, quindi nessuno verra' sul mio negozio ha comprare solo un pacco di preservativi.

    Supponendo che lavorando pochissimo, quasi 0, abbia una media di 50 transazioni. 50x50 = 2500 euro.

    50*0.22 = 11 euro

    11 * 50 * 12 = 6600 euro l'anno che non sono proprio pizza e fichi in fase di startup.

    Se poi ci mettiamo che la concorrenza utilizza strutture societarie ad hoc che voi gia' avete discusso per applicare queste tecniche, e' chiaro che io parto svantaggiato se non recupero l'IVA in qualche modo per offrire magari dei prezzi piu' competitivi.

    Non e' un problema insormontabile per come sto strutturando il business model, inquadrandosi il sexy shop in un progetto di piu' ampio respiro, essendo quindi uno dei tanti servizi che andro' ad offrire alla clientela, tuttavia perche' devo perdere questi soldi?

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    • #3
      Innanzitutto questa sequenza di operazioni che hai copia-incollato :


      IT1 vende a UE1 che vende aIT2 (la merce va da IT1 a IT2)
      - IT1 emette fattura a UE1 con Iva 20% (e’ una cessione interna); non compila Intra.
      - UE1 emette fattura a IT2 senza applicazione d’imposta tipo art. 7/633;
      - IT2 emette autofattura art. 17 c. 3 sulla fattura di UE1 e la registra sia nel registro acquistiche nel vendite;
      - Non si compila nessun Intra.(N.B. se UE1 non vuole perdere l’Iva applicatagli deve nominareun rappr. Fiscale in Italia oppure utilizzare un deposito fiscale).


      contiene 4-5 violazioni alla normativa di vendite intra comunitarie che ora è inutile commentare, semplicemente ignorala.

      Il succo del discorso è che la tua idea di acquistare e rivendere merce all'interno di uno Stato (compro in Italia vendo a clienti in Italia privati o aziende) non puoi eseguirla senza avere una partita iva in quello Stato.

      Se vuoi usare una società Romena puoi farlo ma non avrai alcun vantaggio fiscale. Dovrai avere un rappresentante fiscale in Italia ed uno in UK o una sede secondatia in ciascuno Stato, cambia poco, il succo è che dovrai avere una partita iva in Italia ed una in UK.

      Per avere la fattura a 0% iva dal tuo fornitore la merce deve uscire dallo Stato in cui si trova il fornitore. Se, per esempio, non fosse drop-shipping ma un e-commerce con magazzino in Romania, dovresti farti spedire la merce in Romania e poi fare le spedizioni ai clienti. In tal caso il tuo fornitore potrebbe farti la fattura iva esente.

      Tuttavia se anche ti organizzassi con il magazzino e facessi i trasporti andata e ritorno, superato un certo limite (Italia 35.000 euro , UK 70.000 sterline) di vendite dovresti aprire una partita iva nello Stato in cui vendi. Fino a che non superi il limite ad esempio se in Italia vendi meno di 35K euro per anno allora dovrai applicare la aliquota IVA romena.

      In sostanza l'iva va applicata sempre e la dovrai versare nello Stato a cui compete in base a quanto detto sopra.

      A questo link trovi la tabella dei limiti per ciascuno Stato.



      Inoltre se decidi di procedere con il drop shipping per evitare il doppio trasporto, oltre ad aprire da subito la partita iva in Italia e Uk anche senza arrivare ai limiti minimi, dovrai anche pagare la tassazione sugli utili nei rispettivi Stati perchè l'utile sarà generato in quello Stato, in pratica sarebbe come se avessi 3 società 1 in Romania, 1 in Italia e 1 in UK. La società Romena però dal punto di vista della tassazione è neutra visto che tutto l'utile e l'iva sono generati e dovranno essere pagati in Italia o UK. Alla Romena rimarrà solo l'utile netto e quando farai il versamento dei dividendi ai soci, pagherai la relativa tassazione in romania visto che hai la residenza lì.
      Last edited by Nomad Bill; 27/09/2015, 11:06.
      Scopri il BLOG > NomadiFiscali.com

      Trasferire la residenza ed aprire società all'estero, teoria delle bandiere e nomadismo fiscale.

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      • #4
        Originariamente Scritto da nomad bill Visualizza Messaggio
        Innanzitutto questa sequenza di operazioni che hai copia-incollato :


        IT1 vende a UE1 che vende aIT2 (la merce va da IT1 a IT2)
        - IT1 emette fattura a UE1 con Iva 20% (e’ una cessione interna); non compila Intra.
        - UE1 emette fattura a IT2 senza applicazione d’imposta tipo art. 7/633;
        - IT2 emette autofattura art. 17 c. 3 sulla fattura di UE1 e la registra sia nel registro acquistiche nel vendite;
        - Non si compila nessun Intra.(N.B. se UE1 non vuole perdere l’Iva applicatagli deve nominareun rappr. Fiscale in Italia oppure utilizzare un deposito fiscale).


        contiene 4-5 violazioni alla normativa di vendite intra comunitarie che ora è inutile commentare, semplicemente ignorala.

        Il succo del discorso è che la tua idea di acquistare e rivendere merce all'interno di uno Stato (compro in Italia vendo a clienti in Italia privati o aziende) non puoi eseguirla senza avere una partita iva in quello Stato.

        Se vuoi usare una società Romena puoi farlo ma non avrai alcun vantaggio fiscale. Dovrai avere un rappresentante fiscale in Italia ed uno in UK o una sede secondatia in ciascuno Stato, cambia poco, il succo è che dovrai avere una partita iva in Italia ed una in UK.

        Per avere la fattura a 0% iva dal tuo fornitore la merce deve uscire dallo Stato in cui si trova il fornitore. Se, per esempio, non fosse drop-shipping ma un e-commerce con magazzino in Romania, dovresti farti spedire la merce in Romania e poi fare le spedizioni ai clienti. In tal caso il tuo fornitore potrebbe farti la fattura iva esente.

        Tuttavia se anche ti organizzassi con il magazzino e facessi i trasporti andata e ritorno, superato un certo limite (Italia 35.000 euro , UK 70.000 sterline) di vendite dovresti aprire una partita iva nello Stato in cui vendi. Fino a che non superi il limite ad esempio se in Italia vendi meno di 35K euro per anno allora dovrai applicare la aliquota IVA romena.

        In sostanza l'iva va applicata sempre e la dovrai versare nello Stato a cui compete in base a quanto detto sopra.

        A questo link trovi la tabella dei limiti per ciascuno Stato.



        Inoltre se decidi di procedere con il drop shipping per evitare il doppio trasporto, oltre ad aprire da subito la partita iva in Italia e Uk anche senza arrivare ai limiti minimi, dovrai anche pagare la tassazione sugli utili nei rispettivi Stati perchè l'utile sarà generato in quello Stato, in pratica sarebbe come se avessi 3 società 1 in Romania, 1 in Italia e 1 in UK. La società Romena però dal punto di vista della tassazione è neutra visto che tutto l'utile e l'iva sono generati e dovranno essere pagati in Italia o UK. Alla Romena rimarrà solo l'utile netto e quando farai il versamento dei dividendi ai soci, pagherai la relativa tassazione in romania visto che hai la residenza lì.

        OK, questo in teoria, in pratica posso inquadrare l'attivita' diversamente?

        Mi spiego meglio...

        E' possibile che la societa' XYZ S.R.L. stipula con la mia societa' un contratto di collaborazione per attivita' di consulenza e promozione (mediante SEO, Marketing on-line) in ambito Internet e mi viene riconosciuta esclusivamente una percentuale sul venduto piuttosto che uno stipendio fisso mensile?

        Ci sono problemi qualora l'importo mi venisse girato per ogni singola vendita piuttosto che con un unico bonifico mensile a questo punto?

        Anche queste attivita' di SEO e marketing sono gia' oggetto della mia attivita'.

        Cioe' dopo tutto quello che mi hai detto rischio di bruciarmi 1 mese di lavoro praticamente, a questo punto poco me ne frega di recuperare l'IVA, mi interessa far partire il business...

        Fino a 10.000 euro poi, la mia societa' e' IVA esente e non sono tenuto a iscrivermi al VIES (scusate eventuale errore di spelling), in base alle norme vigenti qui.

        Calcolate che in Romania non esiste ancora una disciplina specifica per il dropshipping (o quanto meno nessuno lo chiama cosi' in rumeno), tuttavia l'attivita' di intermediazione (triangolazione come viene definita in certi casi) e' perfettamente legale. Cioe' come codice di attivita' principale scrive proprio chiaramente attivita' di commercio in cui io faccio da intermediario tramite Internet nella quale io non dispongo materialmente dei beni.
        Last edited by spotted; 27/09/2015, 11:46.

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        • #5
          Originariamente Scritto da spotted Visualizza Messaggio
          OK, questo in teoria, in pratica posso inquadrare l'attivita' diversamente?

          Mi spiego meglio...

          E' possibile che la societa' XYZ S.R.L. stipula con la mia societa' un contratto di collaborazione per attivita' di consulenza e promozione (mediante SEO, Marketing on-line) in ambito Internet e mi viene riconosciuta esclusivamente una percentuale sul venduto piuttosto che uno stipendio fisso mensile?

          Ci sono problemi qualora l'importo mi venisse girato per ogni singola vendita piuttosto che con un unico bonifico mensile a questo punto?

          Anche queste attivita' di SEO e marketing sono gia' oggetto della mia attivita'.

          Cioe' dopo tutto quello che mi hai detto rischio di bruciarmi 1 mese di lavoro praticamente, a questo punto poco me ne frega di recuperare l'IVA, mi interessa far partire il business...

          Fino a 10.000 euro poi, la mia societa' e' IVA esente e non sono tenuto a iscrivermi al VIES (scusate eventuale errore di spelling), in base alle norme vigenti qui.

          Calcolate che in Romania non esiste ancora una disciplina specifica per il dropshipping (o quanto meno nessuno lo chiama cosi' in rumeno), tuttavia l'attivita' di intermediazione (triangolazione come viene definita in certi casi) e' perfettamente legale. Cioe' come codice di attivita' principale scrive proprio chiaramente attivita' di commercio in cui io faccio da intermediario tramite Internet nella quale io non dispongo materialmente dei beni.
          Scusate, penso di aver trovato da solo la risposta:

          • B2B services [Article 44 of the VAT Directive].
            Example 18: The place of supply of services supplied by a company in Salzburg to a business client in Vienna will be Vienna. As the supplier is established in Austria, he will charge Austrian VAT to his client.
            Example 19: For accountancy services supplied by a Bulgarian company to a business customer with his place of business in Austria, Austrian VAT must be charged. If the Bulgarian supplier is not established in Austria, the Austrian customer will account for VAT under the reverse charge mechanism.
            Example 20: Finnish VAT must be charged (by the customer using the reverse charge procedure) where legal services are supplied by a Polish company to a customer whose place of business is in Sweden but provided to the customer's fixed establishment in Finland.
            Example 21: Advertising services supplied by an Italian company to a public authority in Spain which, because of its intra-Community acquisitions of goods, is identified for VAT purposes, are taxed in Spain using the reverse charge mechanism.
          Ergo, rapporto con societa' Italiana, beni che si trovano in Italia, a clienti Italiani, pago l'IVA Italiana.
          Chiedo conferma agli esperti.

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          • #6
            Si l'idea di farti pagare una commissione per ciascuna vendita giustificandola come attivita' di consulenza e promozione (mediante SEO, Marketing on-line) va bene, che ti paghino giorno per giorno o mensilmente non fa nessuna differenza, farai 30 fatture invece di 1.

            La tua fattura sarà in esenzione iva e poi il fornitore verserà l'IVA nel proprio Stato in base alla aliquota di quello Stato.

            Dubito fortemente che il fornitore italiano sarà disposto ad accettare una tua fattura di serivizio se non ti iscrivi al VIES.

            Quello UK forse potrebbe accettare le tue fatture se non sei iscritto al VIES visto che in UK esiste un regime per le PMI fino a 77K pounds che prevede la non iscrizione, tuttavia penso si applichi solo ai business residenti in UK, verifica con il fornitore.

            Tuttavia se devi iscriverti per quello italiano varrà anche per quello UK.

            Se procedi in questo modo i clienti del tuo sito dovranno pagare direttamente al fornitore e non a te.
            Scopri il BLOG > NomadiFiscali.com

            Trasferire la residenza ed aprire società all'estero, teoria delle bandiere e nomadismo fiscale.

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            • #7
              Originariamente Scritto da nomad bill Visualizza Messaggio

              Se procedi in questo modo i clienti del tuo sito dovranno pagare direttamente al fornitore e non a te.
              A questo punto, non per rompere le palle, ma vista la situazione generale che vedo tutti i giorni in cui i clienti non pagano le fatture, chiedo se ci sono alternative o scappatoie.

              Mettiamo che il fornitore mi paga le prime 10 fatture e dalla 11 non paga, stai a fare una causa legale che dura 20 anni.

              Scusate, non voglio fare il rompiscatole.

              Vi ringrazio anticipatamente

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