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Svizzera ; martedì si chiude un epoca : Addio al segreto bancario

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  • Svizzera ; martedì si chiude un epoca : Addio al segreto bancario

    Scambio dati Svizzera-Ue dal 2018 c/c trasparenti


    L’Europa si prepara a sottoscrivere la fine del segreto bancario in Svizzera. Nella giornata di martedì prossimo, i ministri dei 28 saranno chiamati ad apporre la firma sul testo dell’accordo tra Berna e Unione europea che introduce lo scambio automatico di informazioni in ambito fiscale. Gli ambasciatori del Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri dell’Ue hanno dato ieri il benestare all’intesa parafata il 19 marzo scorso spianando la strada alla firma dello storico accordo redatto sulla scorta degli standard Ocse. Il testo passerà quindi alla firma del segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Jacques de Watteville nella giornata di mercoledì. A rappresentare l’Ue saranno il commissario alla fiscalità, Pierre Moscovici, e il ministro lettone delle finanze Jânis Reirs (presidente di turno dell’Unione). Il nuovo accordo, che sostituisce l’intesa sulla fiscalità del risparmio con l’Ue in vigore dal 2005, prevede la rilevazione dei dati di conto corrente a partire dal 2017 per iniziare attivamente la condivisione delle informazioni a partire dal mese di gennaio 2018. Oggetto di scambio automatico saranno i dati finanziari tra cui saldi del conto, interessi, dividendi, ricavi dalla vendita di asset transitate per i conti detenuti da persone fisiche e giuridiche. In particolare, Svizzera e Paesi Ue saranno tenuti a condividere, in via automatica, informazioni relative a nominativo e dati identificativi del titolare del conto, numero di conto, dati identificativi dell’istituto finanziario, saldo o valore del conto medesimo.
    Cayman islands

  • #2
    Squilla l’ultima chiamata per il rientro dei capitali l’interesse sta crescendo
    Restano solamente cinque paesi nel mondo , gli irriducibili..

    RrReRestano solamente cinque paesi al mondo gli irriducibil
    Milano L 'inizio non è stato dei più brillanti ma l'interesse per la voluntary disclosure sta crescendo di settimana in settimana. D'altra parte chi detiene capitali illegali all'estero può pensarci fino al prossimo 30 settembre. E infatti questo il termine ultimo stabilito dalla normativa voluta da governo Renzi per regolarizzare la propria posizione col Fisco italiano (le violazioni sanabili saranno quelle commesse fino al 30 settembre 2014, quindi relative al periodo di imposta 2013). A differenza dei precedenti scudi fiscali realizzati dall'esecutivo Berlusconi (l'ultimo risale al 2009), la voluntary disclosure sembra essere l'ultima chiamata per gli evasori, dopo di che continuare a nascondere i propri capitali all'estero potrebbe rivelarsi assai problematico e, al tempo stesso, rischioso. Entro il 2018, solo cinque Paesi con un sistema bancario proprio (Bahrain, Cook Islands, Nauru, Panama e Vanuatu) resteranno esclusi dal Common reporting standard (Crs), l'accordo in base al quale le amministrazioni finanziarie dei Paesi aderenti avranno la possibilità di ottenere, su base annua e attraverso uno scambio automatico, le informazioni considerate rilevanti dalle banche dei sistemi finanziari facenti parte dell'accordo. Fra le nazioni che aderiranno all'intesa nel 2018 vi è anche la Svizzera (nonché l'Austria) e le cinque che resteranno fuori non brillano certo per stabilità politica né, tantomeno, per vicinanza geografica all'Italia. La voluntary disclosure è stata applicata per
    la prima volta negli Stati Uniti negli anni Novanta e più di recente è stata adottata anche da diversi Paesi europei, fra cui la Germania e la Francia, dove ha ottenuto ottimi risultati. La versione italiana della collaborazione volontaria si è attirata non poche critiche. Uno dei maggiori esperti italiani in materia fiscale, il professor Victor Uckmar, sostiene che non la si possa definire 'una legge ma un brogliaccio, con incertezze, indeterminazioni, omissioni, strutture difformi da quelle dettate dall'Ocse e assunte da molti Stati'. Nonostante ciò, la mancanza di alternativa dovrebbe avere la meglio sulle difficoltà di interpretazione della legge. Rispetto agli scudi fiscali che si sono succeduti nel recente passato, la voluntary disclosure prevede che l'emersione dei capitali all'estero sia totale e che le imposte vengano pagate per intero, con un articolato meccanismo di riduzione delle relative sanzioni previste dalla legge italiana per gli evasori. La nuova normativa permette al contribuente l'impunità per una serie di reati fiscali ma, a differenza dello scudo, non contempla più alcuna forma di anonimato. Chi aderisce alla voluntary disclosure non verrà punito per 'la dichiarazione fraudolenta', per 'la dichiarazione infedele', per 'l'omessa dichiarazione', per 'l'omesso versamento di ritenute certificate' e per 'l'omesso versamento Iva'. Restano invece punibili l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, l'occultamento o distruzione di documenti contabili, l'indebita compensazione e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sul fronte dei costi da sostenere per aderire alla voluntary disclosure resta ancora da risolvere la questione se si applichi o meno il raddoppio dei termini per gli accertamenti con rilevanza penale. Il contribuente è infatti tenuto a regolarizzare tutte le annualità che sono ancora accertabili ai fini fiscali al momento della presentazione della domanda e fa una grossa differenza se gli anni accertabili sono cinque o dieci (oppure quattro o otto). Per quel che riguarda i costi invece - il governo conta di recuperare una cifra compresa fra i 5 e i 7 miliardi di euro - essi sono completamente svincolati dall'ammontare del patrimonio che si farà emergere e questo fa sì che, teoricamente l'esborso potrebbe essere superiore al capitale oggetto della voluntary disclosure. A differenza dello scudo fiscale, la cui semplicità applicativa aveva consentito ai professionisti di mantenere un ruolo più defilato rispetto a quello degli intermediari finanziari coinvolti nel rimpatrio, la voluntary disclosure presenta una difficoltà procedurale che rende centrale il lavoro dei commercialisti, in quanto dovranno cimentarsi in compito di raccolta dei dati, di rielaborazione delle informazioni e di puntuale applicazione della norma fiscale. Per aderire alla collaborazione volontaria il contribuente dovrà infatti fornire all'amministrazione finanziaria tutta la documentazione per la ricostruzione delle attività oggetto della procedura. Dovrà essere ricostruita, quindi, la posizione tributaria relativa ad un lasso temporale che comprende quattro periodi di imposta (o cinque, nel caso di omessa dichiarazione e, comunque, ai fini della regolarizzazione della propria posizione con riferimento al quadro RW). Per i conti la cui media delle consistenze annue non abbia superato i 2 milioni di euro è prevista, su richiesta, una procedura semplificata che, in luogo del calcolo di tutte le rendite finanziarie, prevede una redditività forfetaria degli investimenti del 5% annuo, sulla quale applicare una imposta con aliquota del 27%. Non potrà però aderire alla voluntary disclosure chi si è già visto contestare le violazioni, ovvero nel caso in siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche o altre attività di accertamento tributario. Per tutti gli altri c'è probabilmente l'ultima possibilità per sfuggire ai controlli incrociati degli Stati o a nuove azioni come quella messa a segno da Hervé Falciani nel 2009, quando ha sottratto alla Hsbc un'enorme mole di dati sui clienti della filiale svizzera che, di recente, la Corte di Cassazione ha stabilito si possano usare nei processi fiscali. La voluntary disclosure è stata applicata per la prima volta negli Stati Uniti negli anni Novanta e più di recente è stata adottata anche da diversi Paesi europei, fra cui la Germania e la Francia, dove ha ottenuto ottimi risultati Il governo conta di recuperare una cifra compresa fra i 5ei7 miliardi di euro dalla voluntary disclosure
    Last edited by Cayman islands; 23/05/2015, 21:02.
    Cayman islands

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    • #3
      Domanda , ha letto le 314 pagine dello standard ?

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      • #4
        È l’Olanda il Paese più felice, tutto merito del part time


        Il segreto della felicità ? Lavorare meno e avere più tempo da dedicare a amici, agli hobby e alle attività sportive. Ogni qualvolta vengono stilate graduatorie sulla qualità di vita, l’Olanda si trova sempre nelle prime posizione e un articolo pubblicato di recente dall’Independent ha provato a indagarne le cause scoprendo che è il part time o comunque la riduzione dell’orario di lavoro la principale causa della felicità degli abitanti dei Paesi Bassi.
        Il 26,8% degli uomini olandesi lavora per meno di 36 ore settimanali e la cifra è quasi tripla per le donne: il 76,6% sceglie un orario ridotto. Si tratta di cifre lontanissime dalla media europea dei lavoratori part time, l’8,7% degli uomini e il 32,2% delle donne.
        Una delle cause di questa enorme differenza con gli altri Paesi europei è il fatto che i Paesi Bassi non abbiano partecipato direttamente ai due conflitti mondiali, condizione che ha rallentato e calmierato l’ingresso delle donne olandesi nel mondo del lavoro. A questo si sono aggiunti altri due fattori: la tradizionale ricchezza ha reso meno necessario il secondo stipendio e i valori cristianihanno favorito una permanenza più frequente delle madri a casa.
        Anche la legge ha favorito la scelta del part time, specialmente a partire dal 2000, anno in cui è stato esplicitato il diritto delle mamme e dei papà olandesi di optare per un orario ridotto. A differenza di quanto avviene negli altri paesi, la pratica non è malvista anche se, secondo la CBS (la principale agenzia statistica dei Paesi Bassi), costituisce un ostacolo agli avanzamenti di carriera, aspetto che risulta evidente dallo scarso numero di top manager donne.
        A favorire il senso di appagamento dei cittadini olandesi è anche lo sport: il 53% degli adulti si allena almeno 4 volte la settimana e anche le donne sono sportivissime. La ricetta della felicità? Più lavoro e meno sport.

        ​Spero di esservi stato di aiuto ragazzi
        Last edited by Cayman islands; 23/05/2015, 21:28.
        Cayman islands

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        • #5
          Ho letto tutte le 314 pagine , la salvezza rimane nello spostare la residenza afratton
          Cayman islands

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          • #6
            Mi sa che ti sei perso i punti in cui sta scritto chi e come condivide le info

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            • #7
              Cosa vuoi dire che la Svizzera rimane la Svizzera ?
              Cayman islands

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              • #8
                No,penso che si riferisca al fatto che tutti gli stati che hanno aderito ,debbono poi comunque stabilire accordi bilaterali con ugnuno degli altri stati aderenti,per rendere effettivo lo scambio.Ti faccio un esempio,se Brasile e Francia aderiscono entrambi al CRS ma non stipulano tra di loro un accordo bilaterale,sottoscritto dai rispettivi governi ,non si scambieranno i dati tra di loro;pur aderendo entrambi allo standard...

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                • #9
                  La mia era una battuta

                  leggete voi stessi

                  Cayman islands

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                  • #10
                    Originariamente Scritto da afratton Visualizza Messaggio
                    Domanda , ha letto le 314 pagine dello standard ?
                    leggete leggete.... non le hanno capite neanche le banche le 315 pagine scritte dai burocrati. In bocca al lupo!
                    I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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                    • #11
                      Originariamente Scritto da Cayman islands Visualizza Messaggio
                      Ho letto tutte le 314 pagine , la salvezza rimane nello spostare la residenza afratton
                      assolutammente. A lungo termine sarà fondamentale. C'è ancora un po' di tempo però. Non molto ma c'è.
                      I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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                      • #12
                        posti migliori in cui prendere una seconda residenza? io da ignorante in materia , a prezzi accessibili ai comuni mortali,conosco solo panama

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                        • #13
                          Originariamente Scritto da marco55 Visualizza Messaggio
                          posti migliori in cui prendere una seconda residenza? io da ignorante in materia , a prezzi accessibili ai comuni mortali,conosco solo panama
                          marco, grazie per l'interesse. Personalmente, (dopo aver dato un contributo di sostanza da anni a questa parte anche a questa causa e non solo) e considerato dato l'enorme "SPUTTANAMENTO" che sta avvenendo in giro e soprattuto nel forum non sono assolutamente intenzionato ad effettuare un'analisi dettagliata delle opportunità che ci sono al momento in pubblico. Se vuoi possiamo parlarne in privato. Evito di andare a raccontare le "soluzioni" a tutti quanti perchè come minimo accade che se oggi ci sono delle opportunità, domani finisce che vengono "chiuse" a causa di uno o più "imbecilli" che si sono svegliati una mattina credendo di essere "furbi" e hanno iniziato a contattare gli uffici governativi, le ambasciate, gli uffici delle entrate e gli avvocati locali per lanciarsi in un fai da te pericoloso non soltanto per loro ma anche per tutti coloro che si sono mossi nella loro stessa direzione. Una cosa ci tengo a sottolineare: ottenere la residenza estera non è un processo che può essere fatto "dal salotto di casa" se si voglio utilizzare canali legittimi. Serve "alzare il culo" e andare sul luogo. Attenzione che rischiate di finire delle mani dello scammer di turno che con due scansioni che gli inviate vi fa avere un documento falso che poi al momento in cui passate un confine o lo presentate a una banca invece di averne guadagnato in "libertà" finite con il ritrovarvi in guai ben più grossi di quelli che avreste mai pensato.

                          I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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                          • #14
                            Originariamente Scritto da marco55 Visualizza Messaggio
                            posti migliori in cui prendere una seconda residenza? io da ignorante in materia , a prezzi accessibili ai comuni mortali,conosco solo panama
                            Beh , in linea teorica , la residenza la ottieni spostandoti fisicamente . Se hai , e puoi dimostrarlo un reddito decente mensile / annuale bene o male non hai limitazioni . Più o meno tutti i Paesi interessanti previa domanda e due diligence accurata ti rilasciano il permesso di residenza . L'unico al momento mi pare sia il Liechtenstein che dovrebbe aver sospeso il rilascio di permessi di residenza , ma non ne son sicuro .
                            Tanto per farti un esempio : Cayman
                            Se invece intendi "residenze" tipo Panama appunto la questione è diversa .
                            Last edited by Andy Fratton; 27/05/2015, 10:09.

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                            • #15
                              forse intendi "paesi dell'unione europea" se a far richiesta di residenza è un cittadino dell'unione europea
                              I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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