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Escamotage alla voluntary disclosure, grazie ai ritardi accumulati

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  • Escamotage alla voluntary disclosure, grazie ai ritardi accumulati





    Di fronte alla scelta obbligata (come la presentano, per lo più, sia i professionisti che l’ amministrazione finanziaria) della voluntary disclosure, per la riemersione dei capitali illegalmente detenuti all’ estero, c’è ancora chi non si arrende (e fa bene)...


    Ci sono altri punti interrogativi, nella disciplina della VD, che si trasformano in appigli utili ai clienti - e ai propri consulenti - che hanno interesse a spingersi verso soluzioni alternative.
    In primo luogo vi è la difficoltà della procedura in sé, nonchè i ritardi accumulati dal legislatore e dall’ ade nel metterne a fuoco i punti più delicati. C'è poi, la difficoltà nel reperire tutta la documentazione utile, poiché essa si scontra spesso con un certo ostruzionismo da parte degli istituti stranieri a spedirla, al punto che possono essere necessari dai 30 ai 60 giorni per la trasmissione di un semplice estratto conto.
    Il numero di pratiche rapportato ai professionisti disponibili, e che sono in grado di svolgere l’ iter della VD, inoltre, risulta comunque troppo elevato, visti i tempi ormai stretti delle richiese di emersione che dovranno essere consegnate, salvo proroghe, entro il 30 settembre.
    Infine, c'è scarsa informazione sulla natura e sul contenuto stesso dell’ accordo siglato da Svizzera ed Italia; sebbene la firma del 23 febbraio 2015 sia presa come punto di riferimento dal quale ogni movimento può divenire oggetto di controlli, per l’ effettiva attuazione dello scambio informativo sarà comunque necessario attendere fino al 2018, dando per scontato che le discussioni diplomatiche tra i due stati portino a una ratifica dell’ accordo da parte dei parlamenti italiano ed elvetico.
    Se poi il protocollo non dovesse trovare una ratifica nel 2018 (anche possibile), coloro che hanno effettuato il rientro volontario dei capitali, finirebbero così per essere ingabbiati dal fisco, inutilmente (ATTENZIONE sul da farsi quindi).

    Queste alcune soluzioni "estere" ->




    Se il trasferimento di denaro non avviene in euro ma in altra valuta, la possibilità che i trasferimenti vengano tracciati è ancora inferiore: va ricordato, infatti, che il monte dei pagamenti in euro passa sempre per Francoforte e che, quando serve, può disporre di tutti i dati necessari per tracciare lo schema dei traffici mondiali nella moneta europea.

    ...buona fortuna e scelta sul da farsi, dunque
    " Per avere cose MAI avute, occorre FARE cose mai fatte !!!"

  • #2
    di sicuro la migliore scelta è non farsi consigliare da te: http://www.paradisi-fiscali.com/8-di...onsolo-ecc-ecc

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