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Gli Stati Uniti d’America puntano a regolamentare i Bitcoin

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  • Gli Stati Uniti d’America puntano a regolamentare i Bitcoin

    Con due decisioni della FinCen – Financial Crimes Enforcement Network – e delle lettere ufficiali della SEC – Securities and Exchange Commission – negli USA si assiste ad un giro di vite nei confronti dell’ecosistema Bitcoin.
    La FinCen ha pubblicato ieri due regolamenti riguardanti le criptovalute. Uno – FIN-2014-R011- riguarda l’applicazione delle regole già stilate dalla FinCen riguardo le piattaforme di trading, mentre l’altro – FIN-2014-R012 – riguarda la regolamentazione del sistema dei pagamenti in criptovalute. Nel primo documento, la FinCen dichiara che tutti gli exchange di valute digitali devono possedere la licenza di “money transmitter” inclusi i privati:
    Una persona è un exchanger ed un “money transmitter” se essa accetta una somma di valuta digitale da una persona e la “trasmette” ad un’altra persona in forma di valuta, fondi o altro valore che sostituisca la valuta.
    La FinCen conferma anche che tutti i “payment processor” sono obbligati a registrarsi come “money transmitter”, cosa che farà evidentemente lievitare i costi per le industrie del settore delle criptovalute ed il loro ecosistema. Per la FinCen l’uso delle criptovalute è irrilevante rispetto a questo fatto:
    La compagnia è un ”exchanger” soggetto a questo regolamento poiché agisce accettando e convertendo la valuta reale del cliente in valuta digitale che verrà poi trasmessa al venditore. Il fatto che la compagnia usi i bitcoin per pagare il venditore non è rilevante ai fini della determinazione se rientri o meno nella definizione di “money transmitter”.
    La cosa é molto interessante, in quanto grandi compagnie del settore come BitPay hanno sostenuto in passato di essere invece esenti dalle linee guida della FinCen, in quanto si limiterebbero a facilitare gli acquisti tra i clienti ed i venditori, accettando e trasmettendo solo i fondi necessari alla transazione.
    " Per avere cose MAI avute, occorre FARE cose mai fatte !!!"

  • #2
    Originariamente Scritto da parasiempre Visualizza Messaggio
    Con due decisioni della FinCen – Financial Crimes Enforcement Network – e delle lettere ufficiali della SEC – Securities and Exchange Commission – negli USA si assiste ad un giro di vite nei confronti dell’ecosistema Bitcoin.
    La FinCen ha pubblicato ieri due regolamenti riguardanti le criptovalute. Uno – FIN-2014-R011- riguarda l’applicazione delle regole già stilate dalla FinCen riguardo le piattaforme di trading, mentre l’altro – FIN-2014-R012 – riguarda la regolamentazione del sistema dei pagamenti in criptovalute. Nel primo documento, la FinCen dichiara che tutti gli exchange di valute digitali devono possedere la licenza di “money transmitter” inclusi i privati:
    Una persona è un exchanger ed un “money transmitter” se essa accetta una somma di valuta digitale da una persona e la “trasmette” ad un’altra persona in forma di valuta, fondi o altro valore che sostituisca la valuta.
    La FinCen conferma anche che tutti i “payment processor” sono obbligati a registrarsi come “money transmitter”, cosa che farà evidentemente lievitare i costi per le industrie del settore delle criptovalute ed il loro ecosistema. Per la FinCen l’uso delle criptovalute è irrilevante rispetto a questo fatto:
    La compagnia è un ”exchanger” soggetto a questo regolamento poiché agisce accettando e convertendo la valuta reale del cliente in valuta digitale che verrà poi trasmessa al venditore. Il fatto che la compagnia usi i bitcoin per pagare il venditore non è rilevante ai fini della determinazione se rientri o meno nella definizione di “money transmitter”.
    La cosa é molto interessante, in quanto grandi compagnie del settore come BitPay hanno sostenuto in passato di essere invece esenti dalle linee guida della FinCen, in quanto si limiterebbero a facilitare gli acquisti tra i clienti ed i venditori, accettando e trasmettendo solo i fondi necessari alla transazione.
    La buona notizia è che si sancise l'uso delle cryptovalute come normale moneta di scambio. La cosa meno buona è che vogliono farle rientrare nel sistema consolidato e controllato da loro. La cosa ancora meno buona è che molti operatori non vedevano l'ora.

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    • #3
      Come volevasi dimostrare

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      • #4
        eh già
        " Per avere cose MAI avute, occorre FARE cose mai fatte !!!"

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        • #5
          si vabbè... che vogliano provare a regolamentare è un conto, che sia applicabile e riuscibile è un altro.

          dico.. ma avete idea della vastità del mondo cryptovalue ??? http://coinmarketcap.com/

          regolamentarne una è una goccia nel mare.. e se il mercato si sposta, è pure uno sforzo inutile.
          www.best-privacy.com

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          • #6
            che si accomodino i signori statunitensi..., come no? ahah..

            è come bloccare il corso di un fiume in piena, quello esonda e si crea una strada alternativa.

            come gli emendamenti assurdi riguardanti l'iva sulla stampa elettronica:




            che perdano tempo a dibattere se l'iva debba essere a 22% o a 4% cambia poco o niente.

            Lavorando dalla giusta parte del mondo sull'editoria elettronica c'è piena libertà e zero restrizioni.

            chi altro vuol lanciare la propria casa editrice online?
            I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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