Ciao a tutti! Innanzitutto vi ringrazio per l'enorme ricchezza di informazioni che si trova in questo forum: mi sono letto decine e decine di threads e ho imparato molto di più rispetto alla lettura di alcuni libri sul tema (tra cui quello del famoso guru italiano dell'offshore).
Vorrei sottoporvi la mia situazione, sperando che possa essere d'aiuto anche ad altri. Se qualcuno poi pensa di potermi assistere nella creazione della struttura, mi contatti pure via PM.
Sono un traduttore freelance di documenti commerciali in giapponese, italiano, inglese. Il mio ufficio è il mio computer e quindi posso lavorare da dove mi pare. Per ora lavoro con P.IVA italica e quindi sostanzialmente sono uno schiavo di Roma. Tuttavia, dopo un problema di salute che ho dovuto curare privatamente perché nel pubblico l'attesa era incompatibile con la mia sopravvivenza, ho deciso di mandare definitivamente affa***lo lo Stato strozzino e come Spartaco di spezzare le catene della schiavitù.
Così circa un anno fa sono emigrato a Malta, dove ormai mi sono stabilito. Pensavo a questo punto di chiudere la mia P.IVA e di smettere di pagare il PIZZO allo Stato italiano, aprendo qui una struttura che mi consenta di minimizzare il carico fiscale.
I miei clienti in genere sono italiani e francesi. Il “prodotto” che vendo sono documenti in Word, consegnati via email. Flussi di cassa previsti: circa 100k/anno. Costi relativamente bassi, salvo quelli pubblicitari, telefonici e amministrativi.
Le mie esigenze sono:
Soluzioni individuate:
L'idea era quella di avere una società di facciata che fosse controllata in qualche modo offshore e quindi potesse portare la tassazione a zero o quasi. Le ipotesi a cui ho pensato sono le seguenti.
1) Società maltese, conto maltese
La mia ipotesi più naturale era quella di costituire una società qui a Malta con il conto corrente sempre qui. Ho letto poi sul forum che le società maltesi non sono molto amate e sono abbastanza costose.
2) Società scozzese, conto eurozona
Sempre leggendo il forum ho allora pensato a Bulgaria, Cipro, Scozia e Lettonia. Ho escluso Bulgaria per questioni di immagine e per la stessa ragione Cipro, che ha l'aggravante di essere troppo facilmente associabile a paradisi fiscali e paura di visite delle fiamme gialle.
La Scozzese invece è in UK (a meno che il referendum del 18 settembre non ci riservi sorprese) e l'UK “appare” inglese a chi non è troppo svelto in geografia (cioè il 99,9%), quindi l'immagine sarebbe ottima. La scozzese però richiede un conto fuori dall'UK e questo è un po' critico perché fa nascere sospetti in fase di chiusura della vendita. Tuttavia, con il pretesto che la moneta in UK è la sterlina si può offrire con nonchalance al cliente di pagare in euro “su un conto bancario nell'eurozona in modo che non debba pagare la commissione sul cambio in sterline”. E offrirgli a quel punto l'IBAN di un conto lettone o magari di un paese UE che ispiri fiducia (non Cipro, per esempio).
3) Società lettone + conto lettone
L'italiano medio non sa che la Lettonia esiste. E se sa che esiste, probabilmente la associa ad un paese arretrato, al polo nord e al turismo sessuale. Difficilmente sa che la Lettonia è nell'UE e nell'eurozona. Quindi l'immagine non è il massimo. La possibilità però di avere in Lettonia anche il conto corrente al quale chiedere loro di inviare i pagamenti, è il punto di forza di questa terza opzione per me.
A questo punto, chiedo a voi esperti: quale soluzione vi sembra la migliore? Avete soluzioni alternative da sottopormi o appunti da farmi? La residenza a Malta è una buona scelta?
Vorrei sottoporvi la mia situazione, sperando che possa essere d'aiuto anche ad altri. Se qualcuno poi pensa di potermi assistere nella creazione della struttura, mi contatti pure via PM.
Sono un traduttore freelance di documenti commerciali in giapponese, italiano, inglese. Il mio ufficio è il mio computer e quindi posso lavorare da dove mi pare. Per ora lavoro con P.IVA italica e quindi sostanzialmente sono uno schiavo di Roma. Tuttavia, dopo un problema di salute che ho dovuto curare privatamente perché nel pubblico l'attesa era incompatibile con la mia sopravvivenza, ho deciso di mandare definitivamente affa***lo lo Stato strozzino e come Spartaco di spezzare le catene della schiavitù.
Così circa un anno fa sono emigrato a Malta, dove ormai mi sono stabilito. Pensavo a questo punto di chiudere la mia P.IVA e di smettere di pagare il PIZZO allo Stato italiano, aprendo qui una struttura che mi consenta di minimizzare il carico fiscale.
I miei clienti in genere sono italiani e francesi. Il “prodotto” che vendo sono documenti in Word, consegnati via email. Flussi di cassa previsti: circa 100k/anno. Costi relativamente bassi, salvo quelli pubblicitari, telefonici e amministrativi.
Le mie esigenze sono:
- Avere un'immagine di serietà e affidabilità: quando manca il rapporto fisico tra cliente e venditore perché la vendita avviene online o telefonicamente, riuscire ad instaurare fiducia è fondamentale per concludere l'affare. Anche perché io ormai agli italiani chiedo il 100% del pagamento anticipato (troppi cattivi pagatori).
- caricabilità delle fatture in Italia e Francia: i miei clienti vogliono poter scaricare la fattura senza problemi di nessun genere (no blacklist o menate varie con la GdF). E possibilmente non dover anticipare l'IVA
- No transazioni bancarie sospette: chiedere al cliente di pagarmi su un conto a Panama, genera molta resistenza all'acquisto. Avere il conto bancario in un paese terzo rispetto a quello di costituzione della società, potrebbe destare preoccupazioni e sospetti, nel senso che chiunque si aspetta che per esempio una società tedesca abbia il conto in Germania, non in Bulgaria.
Soluzioni individuate:
L'idea era quella di avere una società di facciata che fosse controllata in qualche modo offshore e quindi potesse portare la tassazione a zero o quasi. Le ipotesi a cui ho pensato sono le seguenti.
1) Società maltese, conto maltese
La mia ipotesi più naturale era quella di costituire una società qui a Malta con il conto corrente sempre qui. Ho letto poi sul forum che le società maltesi non sono molto amate e sono abbastanza costose.
2) Società scozzese, conto eurozona
Sempre leggendo il forum ho allora pensato a Bulgaria, Cipro, Scozia e Lettonia. Ho escluso Bulgaria per questioni di immagine e per la stessa ragione Cipro, che ha l'aggravante di essere troppo facilmente associabile a paradisi fiscali e paura di visite delle fiamme gialle.
La Scozzese invece è in UK (a meno che il referendum del 18 settembre non ci riservi sorprese) e l'UK “appare” inglese a chi non è troppo svelto in geografia (cioè il 99,9%), quindi l'immagine sarebbe ottima. La scozzese però richiede un conto fuori dall'UK e questo è un po' critico perché fa nascere sospetti in fase di chiusura della vendita. Tuttavia, con il pretesto che la moneta in UK è la sterlina si può offrire con nonchalance al cliente di pagare in euro “su un conto bancario nell'eurozona in modo che non debba pagare la commissione sul cambio in sterline”. E offrirgli a quel punto l'IBAN di un conto lettone o magari di un paese UE che ispiri fiducia (non Cipro, per esempio).
3) Società lettone + conto lettone
L'italiano medio non sa che la Lettonia esiste. E se sa che esiste, probabilmente la associa ad un paese arretrato, al polo nord e al turismo sessuale. Difficilmente sa che la Lettonia è nell'UE e nell'eurozona. Quindi l'immagine non è il massimo. La possibilità però di avere in Lettonia anche il conto corrente al quale chiedere loro di inviare i pagamenti, è il punto di forza di questa terza opzione per me.
A questo punto, chiedo a voi esperti: quale soluzione vi sembra la migliore? Avete soluzioni alternative da sottopormi o appunti da farmi? La residenza a Malta è una buona scelta?
Comment