Salve a tutti,
da diverso tempo leggo il Vostro forum per farmi un'idea su come evitare o contenere gli effetti nefasti della fiscalità italiana sui proventi della mia attività.
Avendo compreso che la cosa migliore è valutare di volta in volta il caso specifico, provo a descrivervi la situazione, sperando in un Vostro consiglio.
Sono un libero professionista che attraverso due siti web (uno .it ed uno .com) ed una rete di collaboratori freelance propone servizi di consulenza per lo sviluppo di contenuti.
In pratica la mia attività si sostanzia nella fornitura, a clienti privati (no aziende) italiani, di file in formato word o excel che vengono inviati via mail o tramite servizi di storage online.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di collaborazioni spot, nel senso che, data la natura del servizio fornito, rarissimamente un cliente si ripresenta più volte. In buona sostanza stiamo parlando di una relazione fornitore-cliente che nasce, dura qualche mese e poi si conclude, senza ripetersi mai più.
Da un punto di vista pratico il tutto si esaurisce in uno scambio mail, nell'invio di 2-3 file e nella ricezione di 2-3 pagamenti.
Per fornire il mio servizio non ho bisogno nè di impianti nè di sedi fisiche o uffici. Mi bastano i due siti web per generare il primo contatto, un pc, una connessione alla rete e il mio know how.
Ora, la questione che vorrei porvi è sostanzialmente questa: data l'intangibilità dei prodotti/servizi forniti, la natura della relazione con il cliente, il fatto che i clienti siano privati e la sostanziale "non ripetitività" dei pagamenti ricevuti, quale potrebbe essere lo schema più corretto e affidabile per:
- ricevere i pagamenti dai clienti senza che il fisco italiano possa chiedermene conto? Su questo punto sottolineo che per me risulta fondamentale poter verificare con rapidità l'avvenuto pagamento da parte del cliente, come ad esempio può essere fatto quando si ricevono pagamenti su carte come PostePay.
- utilizzare il denaro incassato senza che il fisco italiano possa chiedermene conto, magari prelevando contanti mediante sportello bancomat, ovviamente evitando di comparire per via dell'eventuale nominativo apposto sulla carta di credito o altro strumento di prelievo?
In quanto libero professionista che al momento opera come partita IVA, ritenete necessario costituire una società in qualche Paese a bassa imposizione e alta riservatezza? Oppure pensate possa esserci un'altra via.
Una soluzione come Multiplo, ad esempio, non potrebbe rivelarsi efficace?
Da quel che mi pare di aver compreso, infatti, Multiplo effettua l'incasso ed emette la fattura, girando poi l'importo, ovviamente al netto delle loro provvigioni, a chi di dovere. Se lo schema fosse realmente questo, non potrei risolvere facendomi accreditare i compensi su una carta Neteller o similari? In questo modo avrei la garanzia di non comparire come destinatario dei flussi di denaro?
Eventualmente, sapreste anche fornirmi, con riguardo alle soluzioni per voi percorribili, qualche indicazione di costo per il primo anno (predisposizione struttura) e per i successivi (mantenimento/gestione struttura)?
Preciso infine che risiedo in Italia, dove vivo per la maggior parte del tempo e dove possiedo un paio di immobili da cui traggo una rendita da locazione.
Ringrazio in anticipo chiunque sappia darmi qualche indicazione chiara e puntuale.
Saluti
S.
da diverso tempo leggo il Vostro forum per farmi un'idea su come evitare o contenere gli effetti nefasti della fiscalità italiana sui proventi della mia attività.
Avendo compreso che la cosa migliore è valutare di volta in volta il caso specifico, provo a descrivervi la situazione, sperando in un Vostro consiglio.
Sono un libero professionista che attraverso due siti web (uno .it ed uno .com) ed una rete di collaboratori freelance propone servizi di consulenza per lo sviluppo di contenuti.
In pratica la mia attività si sostanzia nella fornitura, a clienti privati (no aziende) italiani, di file in formato word o excel che vengono inviati via mail o tramite servizi di storage online.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di collaborazioni spot, nel senso che, data la natura del servizio fornito, rarissimamente un cliente si ripresenta più volte. In buona sostanza stiamo parlando di una relazione fornitore-cliente che nasce, dura qualche mese e poi si conclude, senza ripetersi mai più.
Da un punto di vista pratico il tutto si esaurisce in uno scambio mail, nell'invio di 2-3 file e nella ricezione di 2-3 pagamenti.
Per fornire il mio servizio non ho bisogno nè di impianti nè di sedi fisiche o uffici. Mi bastano i due siti web per generare il primo contatto, un pc, una connessione alla rete e il mio know how.
Ora, la questione che vorrei porvi è sostanzialmente questa: data l'intangibilità dei prodotti/servizi forniti, la natura della relazione con il cliente, il fatto che i clienti siano privati e la sostanziale "non ripetitività" dei pagamenti ricevuti, quale potrebbe essere lo schema più corretto e affidabile per:
- ricevere i pagamenti dai clienti senza che il fisco italiano possa chiedermene conto? Su questo punto sottolineo che per me risulta fondamentale poter verificare con rapidità l'avvenuto pagamento da parte del cliente, come ad esempio può essere fatto quando si ricevono pagamenti su carte come PostePay.
- utilizzare il denaro incassato senza che il fisco italiano possa chiedermene conto, magari prelevando contanti mediante sportello bancomat, ovviamente evitando di comparire per via dell'eventuale nominativo apposto sulla carta di credito o altro strumento di prelievo?
In quanto libero professionista che al momento opera come partita IVA, ritenete necessario costituire una società in qualche Paese a bassa imposizione e alta riservatezza? Oppure pensate possa esserci un'altra via.
Una soluzione come Multiplo, ad esempio, non potrebbe rivelarsi efficace?
Da quel che mi pare di aver compreso, infatti, Multiplo effettua l'incasso ed emette la fattura, girando poi l'importo, ovviamente al netto delle loro provvigioni, a chi di dovere. Se lo schema fosse realmente questo, non potrei risolvere facendomi accreditare i compensi su una carta Neteller o similari? In questo modo avrei la garanzia di non comparire come destinatario dei flussi di denaro?
Eventualmente, sapreste anche fornirmi, con riguardo alle soluzioni per voi percorribili, qualche indicazione di costo per il primo anno (predisposizione struttura) e per i successivi (mantenimento/gestione struttura)?
Preciso infine che risiedo in Italia, dove vivo per la maggior parte del tempo e dove possiedo un paio di immobili da cui traggo una rendita da locazione.
Ringrazio in anticipo chiunque sappia darmi qualche indicazione chiara e puntuale.
Saluti
S.
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