Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Gmail e Privacy

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

  • Gmail e Privacy

    Di seguito riporto gli ultimi articoli dove c'è chi (google) si arroga il diritto di dire che
    il diritto alla privacy è una "pretesa irragionevole".


    Consumer Watchdog ha pubblicato sul proprio sito alcune frasi della memoria difensiva. Secondo il gigente di Mountain View nemmeno la posta tradizionale garantisce la privacy




    Se mandate un messaggio di posta elettronica via Gmail sappiate che non c’è alcuna garanzia di riservatezza. Perché “una persona non ha alcuna aspettativa legittima di privacy sulle informazione che volontariamente affida a terze parti”. I circa 400 milioni di utenti in tutto il mondo che usano il servizio email, insomma, non possono pretendere la …



    Se hai un account Gmail e non lo hai già fatto, chiudilo e passa subito ad un servizio email più sicuro.
    I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

  • #2
    Caro David,
    sempre utili i tuoi consigli, ma da informatico permettimi di aggiungere che nessun servizio è sicuro.
    Neppure confidesk e altri servizi che dicono di offrire privacy.
    Di sicuro però gmail è meno sicuro ed effetua storage di info a massa.

    Saluti
    Last edited by Hooper; 20/08/2013, 08:27.

    Comment


    • #3
      Ciao Hooper!

      come non darti ragione! Oggi come oggi leggere parole come "inviolabile" "non craccabile" "inespugnabile" soprattutto in campo informatico è quasi una barzelletta. E' solo una questione di tempo e si dovrà passare ad un servizio "più sicuro". In fondo il mondo sta girando sempre più velocemente!

      Fra "inarrestabile" e Gmail, ci sono un sacco di sfumature di grigio a cui potersi affidare. Certo usare un account Gmail è come raccontare i tuoi fatti privati alla vecchietta chiacchierona del paese, nel giro di un nanosecondo tutti sapranno come si chiama la tua amante

      p.s. non amo né consiglio confidesk, è troppo lento a mio parere. (ho sempre un quantitativo abominevole di email da gestire e se devo mettermi ad aspettare i loro tempi non finisco più)
      I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

      Comment


      • #4
        L'unico modo sicuro è una bella lettera postale con tanto di timbo a cera... Almeno capisci se l'hanno letta!
        Resta il fatto che se il vostro problema è il fatto che tradiate vostra moglie o che avete dei conto offshore non dovete prooccuparvi.
        Non c'è nessun tecnico informatico che lavora per la AE abbastanza bravo.
        Quelli bravi fanno molti più soldi in altro modo.

        Comment


        • #5




          Sunday 4 march 2012
          L’INQUISIZIONE FISCALE
          - Rosaria Impenna -




          Nell’epoca della “falsificazione del bene”, la nostra, come viene spesso ricordato ai lettori di questo sito, ci preme smascherare il significato che avvolge l’ufficialità di alcune tra le espressioni più usate da governanti, ecclesiastici e burocrati, dediti all’esercizio del Potere. L’operazione sarà applicata all’ambito che opprime da tempo gli Italiani per i modi con cui i detentori del potere ne arringano la legittimità dei sistemi vessatori, quello fiscale e finanziario. Seguendo il noto principio, per cui il linguaggio rivela quel che dice, ma soprattutto quel che tace, partiremo dall’analisi delle frasi più in voga per capire quel che spesso celano. Pensiamo infatti, che alcune dichiarazioni pronunciate nel segno della lotta all’evasione racchiudano una motivata ferocia perché riescono a evocare vicende storiche particolarmente crudeli. Per questo, i proclami in questione si identificano un po’ tutti e possono essere letti come parti di un medesimo discorso, estrapolati dal contesto, rimandano infatti a precisi significati. Come ad esempio: “È peccato non pagare le tasse perché oggi c’è da salvare l’Italia; ciascuno a suo tempo si esprimerà in coscienza rispetto al Governo di buona volontà”, pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco; oppure: “Il Governo sarà senza pietà con chi evade le tasse, staneremo ovunque gli evasori fiscali”, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a cui fa eco il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera: “L’effetto deterrenza si fa anche con la propaganda. Incutere un sano timore è necessario per ottenere il versamento spontaneo”, perché “Equitalia, che ha finalmente a disposizione un arsenale di controlli degno della Berlino comunista, vede tutto e sa tutto”; fino all’ignominiosa: “A mettere le mani nelle tasche degli Italiani sono gli evasori e non i governanti”, del presidente del Consiglio Mario Monti, che ha evidentemente dimenticato il folto stuolo dei suoi colleghi banchieri “miliardari”, che giocando in Borsa con i soldi che non possedevano hanno davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani, dei Greci e di tutto il mondo. Tale spietata provocazione poteva pareggiare soltanto con il novello istituto della “delazione”, che vedrà addirittura premiato per un importo non inferiore al 15% e non superiore del 30% della somma recuperata, chi segnalerà la spiata. E poi ancora, intimidatori annunci come “redditometri”, “spesometri”; l’accesso illimitato e totale dell’Agenzia delle Entrate ai conti correnti bancari; “limite” di prelievo dal “proprio” conto; l’abolizione, di fatto, del contante con l’imposizione della moneta elettronica anche ai pensionati; l’enfasi da parte dei mass media per le “liste di proscrizione” pubblicate dal governo di Atene sul web, a indicare la gogna per un numero di ben 4.152 persone. Ecco, l’insieme di tali iniziative, minacciose e umilianti per la popolazione, ci portano a contesti storici precisi, quelli della lotta all’eresia. I metodi impiegati dai Tribunali per la caccia agli eretici ci sembrano infatti comparabili a quelli dei nostri “poliziotti” tributari e finanziari.


          L’Istituto del Tribunale Inquisitoriale, nasce a Firenze nel 1231, con il pontefice Gregorio lX, che esautorò della giurisdizione in materia di fede il vescovo della città per dare incondizionato mandato al priore domenicano di Santa Maria Novella, ******** di Salerno. Alla sua morte la giurisdizione non ritornò al vescovo, in quanto l’esperimento aveva dato ottimi frutti, ossia molte condanne e nel 1257, il papa Alessandro lV, sentenziò l’estromissione dei vescovi dalle decisioni, il Tribunale dell’Inquisizione divenne così indipendente. Nel 1252, Innocenzo lV, con la bolla Ad Extirpanda, introdusse la pratica della tortura (di fatto sempre adottata in tutte le latitudini), come mezzo legale al fine di pervenire alla confessione del reo ostinato; dato che la “regina delle prove era la confessione”. Nel 1542, il papa Paolo lll Farnese, con la bolla “Licet ab initio”, darà all’Istituzione una base amministrativa centralizzata ponendola sotto il controllo della Congregazione della Santa Inquisizione dell’Eretica Pravità.

          I tribunali speciali della Santa Inquisizione avevano l’esclusiva competenza di perseguire i reati in materia di fede, il più grave dei quali era “l’eresia”, considerata non solo una deviazione dall’ortodossia con l’inevitabile perdita dell’anima, ma anche “reato”, in quanto attirava l’ira di Dio sull’intera collettività. Se sostituiamo la parola “eresia”, e il profondo senso teologico che rappresentava, con quello attuale di “evasione fiscale”, nulla è cambiato. Scopriamo ad esempio, che l’investigazione iniziale poteva avvenire sia su “stimolo esterno”, ossia per denuncia anche anonima, sia su spontanea iniziativa dell’inquisitore, spinto da una semplice diceria popolare. Ma la grande novità del Tribunale Inquisitoriale sta nello stravolgimento del diritto romano; in quest’ultimo, accusato ed accusatore erano posti sullo stesso piano, l’accusato non doveva dimostrare infondata l’accusa, era l’accusatore obbligato a provarne la fondatezza e non poteva essere condannato in base a semplici “sospetti”. Il famoso giurista romano Ulpiano sosteneva che era preferibile lasciare impunito un colpevole che condannare un innocente. I giudici dell’Inquisizione, al contrario (come i nostri “poliziotti” tributari contemporanei), ritenevano che fosse meglio condannare cento innocenti che permettere ad un solo colpevole di sfuggire alla pena.

          Nel processo, l’inquisitore è padre, prete, confessore, poliziotto, torturatore, accusatore ed infine giudice, ma non avvocato; infatti, rispetto al processo romano, l’imputato non era “assistito”, limitazione formalmente introdotta da Bonifacio Vlll. L’inquisitore agiva quindi con il potere più ampio e nel modo più arbitrario, ma di norma l’azione penale prendeva le mosse da una denuncia. Perciò, chi “ometteva” di denunciare un eretico era considerato sostenitore dell’eresia e perseguibile a sua volta come tale. “L’eresia va combattuta come una malattia contagiosa e quindi dannosa per tutto il corpo sociale”; perciò, “scomunica automatica” (latae sententiae) per i cristiani che non denunciavano l’eretico e un premio di tre anni di “indulgenza” per i “delatori”. L’obbligo di denuncia per combattere l’eretica pravità eliminava anche il “segreto confessionale”. Non esistevano neppure vincoli di parentela: il padre aveva l’obbligo di denunciare il figlio, il figlio il padre, la moglie il marito e questi la moglie. Il papa Gregorio lX si compiaceva di citare casi in cui i genitori avevano denunciato il figlio, la moglie il marito e viceversa. Nessuno poteva stare tranquillo, tutti sospettavano di tutti; la comunità si chiudeva a riccio e ciascuno vedeva nell’altro un possibile delatore. Bastava una parola, magari male interpretata, riferita all’inquisitore, per far cadere nella tragedia non solo l’accusato, ma l’intera famiglia e persino le generazioni future. Infatti, la scoperta di un antenato eretico, dunque già morto, comportava la confisca dei beni da lui ereditati, in tal caso si processava in “effige”. L’inquisitore, aiutato nelle indagini da un folto numero di aiutanti, chiamati “famigli” o famigliari, quasi sempre ex criminali, sue guardia del corpo, autorizzati a portare armi e non perseguibili per i reati commettessi, è dunque la figura centrale per la sua polivalente funzione. Esso come poliziotto è “cane di Dio”, un mastino che deve intervenire e colpire ovunque ritenga si annidi la peste dell’eresia. Ogni sua predica si concludeva infatti con “l’ammonizione generale” con la quale si ordinava a tutti di denunciare gli eretici o i sospetti tali, anche solo per sentito dire. E ammoniva i fedeli che se entro sei giorni (portati successivamente a dodici) non avessero ottemperato a questi obblighi sarebbero stati colpiti da scomunica, con tutte le conseguenze canoniche, civili e penali. All’ammonizione generale seguiva “l’editto di grazia”, con il quale si disponeva che gli eretici ed i “sospetti”, che entro un determinato termine si fossero presentati “spontaneamente chiedendo perdono” senza attendere la denuncia, avrebbero ottenuto “l’impunità”. Impunità simbolica e reale che da tempo non si vedono riconoscere gli Italiani, sicuramente un popolo tra i più perseguitati nella storia.
          Fonte: Italianiliberi – Scritto da: Rosaria Impenna

          Comment


          • #6
            concordo, da informatico posso confermare che gli impiegati dell'a.d.e. sono dei gran coglioni, e non troverebbero un prete nella neve..

            un pò più "sgamata" la gdf che ha esperti informatici molto più preparati, ma se si prendono le giuste precauzioni anche loro fanno molta fatica a carpire certi segreti

            Comment


            • #7
              i peggio sono quelli aggregati alla polizia postale,
              sono quasi tutti destinati alla lotta alla pedo-pornografia...

              quindi siete avvertiti.... neanche la foto dei vostri figli...



              per fortuna che io le preferisco mature...


              comunque da un tenente cosi mi farei mettere anche le manette...

              Comment


              • #8
                Originariamente Scritto da Hooper Visualizza Messaggio
                L'unico modo sicuro è una bella lettera postale con tanto di timbo a cera... Almeno capisci se l'hanno letta!
                Vero!

                Resta il fatto che se il vostro problema è il fatto che tradiate vostra moglie o che avete dei conto offshore non dovete prooccuparvi.
                esistono agenzie specializzate nel creare "alibi" online. sono ovviamente strutture internazionali. Ti fanno ricevere tutto a casa anche inviti, borchure di convention itnernazionali a cui devi recarti per lavoro, telefonate a casa etc...

                ....in questo modo tua moglie è sicura che sei ad un congresso a Zurigo per lavoro, mentre invece ti trovi con l'amante a Parigi sotto le lenzuola di seta di un hotel cinque stelle...magari pagato con la carta di credito del tuo conto offshore


                Non c'è nessun tecnico informatico che lavora per la AE abbastanza bravo.
                Quelli bravi fanno molti più soldi in altro modo.
                Non stuzzicate il can che dorme, e massimo rispetto per "l'avversario" o meglio la vostra "controparte" (per chi di voi ci ha ancora a che fare). Anche Don Camillo e Peppone si odiavano, ma in fondo in fondo il loro rapporto era di odio-amore
                I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

                Comment


                • #9
                  Infatti per questo motivo è utile stuzzicare l'avversario, perché non perda mai il filo che lo rende pericoloso

                  Comment

                  Working...
                  X