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St. Kitts and Nevis to be blacklisted by the EU as a tax haven next week

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  • St. Kitts and Nevis to be blacklisted by the EU as a tax haven next week




    Basseterre/Brussels, March 10, 2018 – St. Kitts and is to be placed on the European Union’s blacklist of tax havens.
    As a blacklisted jurisdiction, St. Kitts and Nevis could face reputational damage and stricter controls on their financial transactions.
    The Federation was among Caribbean islands hit by hurricanes last year given more time to comply with EU tax transparency standards when the bloc’s blacklist was established in December.
    The decision to blacklist St. Kitts and Nevis was taken by EU tax experts and is set to be endorsed by EU finance ministers at a regular monthly meeting on Tuesday, when the 28 EU governments are also expected to delist Bahrain, the Marshall Islands and St. Lucia.
    The Bahamas and the U.S. Virgin Islands are also set to be added to the European Union blacklist of tax havens, raising to nine the number of jurisdictions on it, an EU document seen by Reuters shows.
    As a result, the blacklist would maintain nine jurisdictions deemed to facilitate tax avoidance. The other six are American Samoa, Guam, Namibia, Palau, Samoa and Trinidad and Tobago.

    The document, prepared by EU officials and dated March 8, also adds Anguilla, The British Virgin Islands, Dominica and Antigua and Barbuda to a so-called grey list of jurisdictions which do not respect EU anti-tax avoidance standards but have committed to change their practices.
    The grey list includes dozens of jurisdictions from all over the world.
    Blacklisted jurisdictions could face reputational damage and stricter controls on their financial transactions with the EU, although no sanctions have been agreed by EU states yet.

    Those who are in the grey list could be moved to the blacklist if they do not honour their commitments.

  • #2
    Qualcuno mi può indicare in genere che tipo di limitazioni può portare questo?

    Apertura aziende di proprietà di aziende in St. Kitts and Nevis: si/no
    Apertura conti in eu ad aziende in St. Kitts and Nevis: si/no
    Ricezione soldi su conti europei da conti in St. Kitts and Nevis: si/no

    Non che mi interessi particolarmente di St. Kitts and Nevis, ma è una domanda più generale sui paradisi fiscali.
    Quello che vorrei capire è se con l'uso delle crittovalute si potrebbe creare un qualche/sistema via per superare facilmente eventuali limiti.

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    • #3
      Apertura aziende : holding offshore per detenere aziende EU solitamente si usano società di altri Paesi ( tra l'altro non compresi nella BL )
      Apertura conti EU : perfettamente inutile
      Ricezione soldi : vedi sopra

      Le criptovalute possono essere un ottimo strumento per aggirare i problemi di banche corrispondenti ed i costi di bonifico , senza dubbio .
      Ai fini pratici , parlando si strutturazioni serie , ad oggi ci è spostati verso altre giurisdizioni con un migliore appeal verso EU .

      Poniamo di voler detenere una società in Francia , non lo fai usando direttamente una offshore . La Francese la fai detenre da una holding EU ,la quale è detenuta da una parent offshore ( e quì si vanno a vedere gli accordi fiscali ) . A sua volta se proprio vuoi blindare il tutto la offshore la fai detenere da una fondazione .
      Chiaramente per fare tutto ciò ci si deve appoggiare a Paesi con una certa fama internazionale , e non tutte le giurisdizioni sono abbinabili tra loro .

      A mio modesto parere , nel prossimo futuro ( non molto lontano ) , alcune giurisdizioni offshore soffriranno molto . Negli ultimi 2-3 anni ,ci sono giurisdizioni che hanno lavorato per creare una base solida di relazioni internazionali su cui costruire il loro futuro e la loro offerta di servizi finanziari e corporate ,mentre altre sono rimaste a guardare ,ancorate ad un passato che - chiaramente - non potrà tornare .

      Le banche EU stanno via via chiudendo account ad entità poco gradite ,mentre evitano in partenza di aprirne di nuovi a società basate in certe giurisdizioni . Quei pochi servizi che ancora offrono un conto a - quasi - tutte le giurisdizioni , hanno risolto in maniera molto semplice : pur accettando di aprire un account corporate ,il responsabile ultimo di tutto rimane la persona fisica identificata e su questa basano anche lo scambio informazioni .

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      • #4
        Per quanto concerne le black list si è sempre detto che non vanno lette in valore assoluto, ma rapportate alle proprie esigenze operative e/o personali. Oltre a ciò bisogna ricordare che di Black List ne esistono più di una e ciascuna con paesi differenti al proprio interno e con scopi diversi.
        Con questo vorrei fare un esempio semplificando di molto il ragionamento per quanto riguarda l'ottimizzazione fiscale e la possibilità di utilizzare società costituite in giurisdizioni presenti in una Black List, che come detto variano e possono variare in continuazione.
        Per prima cosa l'ottimizzazione fiscale la si può ottenere incastrando per bene almeno 2/3 società oltre quella operativa, in modo da poter sfruttare tutti i buchi che il Diritto Internazionale, assieme ai vari trattati, fornisce. Questo a molti potrebbe suonare strano, ma di fatto è la realtà attuale.
        Dovrà essere esaminato anche quale sarà il reale mercato di riferimento della società operativa (in quanto non esiste un'unica Black List mondiale) e lo status dell'UBO (per sfruttare eventuali Trattati Bilaterali con il proprio paese di residenza o dover utilizzare un Servizio Fiduciario).
        Fatto questo si può passare alla "eventuale" realizzazione di una struttura completa e complessa.
        Per tale motivo una eventuale società costituita in una giurisdizione presente nella Black List dovrà essere il più lontano possibile da quella operativa e/o inserita al posto giusto (anche in modalità parallela) per poter sfruttare eventuali mercati secondari e/o per diversificazione del rischio di impresa.
        Vi ricordo che ho semplificato di molto.

        In conclusione una società nella Black List EU (esiste anche una lista grigia) potrebbe e non potrebbe essere utile al proprio scopo, proprio per ciò che ho descritto in maniera molto semplificata precedentemente.

        PS: ricordate inoltre che il mondo non ha come centro l'Europa, ma ognuno di noi ha un proprio centro di interessi operativi e finanziari e in funzione di ciò dovrà approntare la giusta struttura sia lato banca che società. Le strutture complete e complesse possono costare anche più di € 30000/50000 (la sola costituzione) e ciò fa capire che per business seri ed importanti le cifre in gioco cambiano radicalmente rispetto a chi cerca strutture semplici e per business medio-piccoli.
        Last edited by International; 16/03/2018, 19:27.
        Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, l'ultimo animale libero ucciso.
        Vi accorgerete che non si può mangiare il denaro. (Orso in piedi. Sioux)

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