Buongiorno a tutti,
sono nuova qui e abbastanza ignorante in materia.
È facile intuire perché io sia finita qui. Avevo tempo fa una partita iva (ora è chiusa), e in quel momento mi dissi che MAI e poi MAI avrei aperto di nuovo un’altra Partita Iva in Italia. È la peggior esperienza che una persona sana di mente e non masochista possa subire. Peggio del fisco italiano non so se esista al mondo qualcosa. Ma voi lo sapete già, inutile che ve lo spieghi.
Dunque, la mia situazione è molto semplice e molto complicata allo stesso tempo.
Sono un intermediario, prendo il 20-25% da ciò che fatturo. Fatturo da clienti tedeschi, trattengo la mia percentuale e mando in Russia il resto a un’altra persona. Si tratta di lavori svolti online, non esiste niente fisicamente, solo virtualmente. Io sono rappresentate di quella persona residente in Russia a cui mando i bonifici.
Come sapete, l’obbligo di registrare la Partita Iva italiana scatta dopo 5 mila lordi all’anno di fatturato.
Con la partita Iva c’è obbligo di versare gli odiosi contributi Inps che ammontano a 3600 euro all’anno.
Come avete capito, io guadagno solo il 20-25% di tutto ciò che fatturo, quindi se fatturo da 5 a 7 mila euro all’anno, il mio netto guadagno sarebbe di circa da 1 mila 2 mila euro, e dovendo pagare i contributi Inps 3600 all’anno, mi troverei semplicemente in deficit! Dovrei andare sotto, quanto è belli il fisco italiano, vero?
Dunque, ci sono per me due soluzioni: rifiutare i clienti. Oppure cercare vie di fuga. Anche perché è possibile che questi lavoretti abbiano una certa prospettiva in futuro ed io non li vorrei perdere.
Un amico mi ha consigliato di informarmi riguardo alla soluzione in Delaware. Registrare una società in Delaware. In questi giorni ho letto e riletto una mole di informazioni e ora mi sta scoppiando il cervello. Perciò vorrei chiedere un consiglio a chi sa più di me.
Probabilmente alcuni di voi mi diranno: con questi spiccioli che intendo a fatturare pensare ai paradisi fiscali è una stramberia. È possibile. Però vi voglio dire che per me non esistono altre soluzioni, l'unica soluzione al di fuori di vari stratagemmi è rifiutare i clienti privandomi non solo di qualche soldo che fa sempre comodo ma anche di una prospettiva di crescita futura. Inoltre, se i costi di gestione in Delaware sono bassi come dicono, allora questa soluzione potrebbe essere valida. O no?
Grazie in anticipo. Giulia
sono nuova qui e abbastanza ignorante in materia.
È facile intuire perché io sia finita qui. Avevo tempo fa una partita iva (ora è chiusa), e in quel momento mi dissi che MAI e poi MAI avrei aperto di nuovo un’altra Partita Iva in Italia. È la peggior esperienza che una persona sana di mente e non masochista possa subire. Peggio del fisco italiano non so se esista al mondo qualcosa. Ma voi lo sapete già, inutile che ve lo spieghi.
Dunque, la mia situazione è molto semplice e molto complicata allo stesso tempo.
Sono un intermediario, prendo il 20-25% da ciò che fatturo. Fatturo da clienti tedeschi, trattengo la mia percentuale e mando in Russia il resto a un’altra persona. Si tratta di lavori svolti online, non esiste niente fisicamente, solo virtualmente. Io sono rappresentate di quella persona residente in Russia a cui mando i bonifici.
Come sapete, l’obbligo di registrare la Partita Iva italiana scatta dopo 5 mila lordi all’anno di fatturato.
Con la partita Iva c’è obbligo di versare gli odiosi contributi Inps che ammontano a 3600 euro all’anno.
Come avete capito, io guadagno solo il 20-25% di tutto ciò che fatturo, quindi se fatturo da 5 a 7 mila euro all’anno, il mio netto guadagno sarebbe di circa da 1 mila 2 mila euro, e dovendo pagare i contributi Inps 3600 all’anno, mi troverei semplicemente in deficit! Dovrei andare sotto, quanto è belli il fisco italiano, vero?
Dunque, ci sono per me due soluzioni: rifiutare i clienti. Oppure cercare vie di fuga. Anche perché è possibile che questi lavoretti abbiano una certa prospettiva in futuro ed io non li vorrei perdere.
Un amico mi ha consigliato di informarmi riguardo alla soluzione in Delaware. Registrare una società in Delaware. In questi giorni ho letto e riletto una mole di informazioni e ora mi sta scoppiando il cervello. Perciò vorrei chiedere un consiglio a chi sa più di me.
- Voi considerando la mia specifica situazione, ritenete plausibile questa soluzione proposta dall’amico? Cioè registrare una società in Delaware. Ho letto che i costi di gestione in Delaware sono abbastanza bassi, quindi sarebbe un’opportuna soluzione anche per piccoli redditi.
- Dove meglio tentare di aprire il conto bancario, negli Stati Uniti, oppure in Europa? Quale banca lavora con società registrate in Delaware?
- Che senso c’è in tutto questo se la banca, qualunque essa sarà, comunque saprà il nome del beneficiario del conto, cioè mio?
- Qualsiasi altro consiglio saggio è ben accetto. Io non dormo negli ultimi mesi pensando a una possibile soluzione.
Probabilmente alcuni di voi mi diranno: con questi spiccioli che intendo a fatturare pensare ai paradisi fiscali è una stramberia. È possibile. Però vi voglio dire che per me non esistono altre soluzioni, l'unica soluzione al di fuori di vari stratagemmi è rifiutare i clienti privandomi non solo di qualche soldo che fa sempre comodo ma anche di una prospettiva di crescita futura. Inoltre, se i costi di gestione in Delaware sono bassi come dicono, allora questa soluzione potrebbe essere valida. O no?
Grazie in anticipo. Giulia
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