Vi riporto una carrellata dei miei soliti grafici che valgono più di tante parole. BBC
Il primo commento è che non risentiremo più nessuno in Italia suggerire il "maggioritario all'inglese" come soluzione ai nostri problemi di governabilità: sapere la sera stessa delle elezioni chi vince e chi governa.
Ho sentito Prodi, Veltroni, Salvini, lo stesso Renzi che non sa più a cosa attaccarsi... forse il loro intento era quello di promuovere un sistema che consenta e supporti il bipolarismo in funzione dell'alternanza.
Il sistema elettorale UK è si "maggioritario" ma collegio per collegio, o meglio è maggioritario all'interno di ogni collegio uninominale. Assunto ciò, non è affatto detto che il risultato generale finale sia a favore inequivocabilmente a favore di un partito, ma può presentarsi una situazione frammentata.
In teoria, col sistema elettorale inglese il partito di maggioranza relativa i cui candidati vincessero per un solo voto in ogni collegio otterrebbe la totalità dei seggi in Parlamento.
Il risultato dei 2 maggiori parti è molto vicino come voti popolari: Conservatori al 42,4%; Labour al 40%; eppure essi hanno ottenuto una non-proporzionale assegnazione dei parlamentari, rispettivamente 318 e 261 per effetto del "gioco" dei collegi uninominali. (1) (2) (3)
Se vediamo bene la geografia dei seggi ci accorgiamo che il consenso dei Labour è concentrato (4) in alcune zone intorno a Liverpool e Manchester, antiche roccaforti manifatturiere e proletarie, Newcastle e Durham, e, sorpresa, Londra la rossa (5)
Diversamente i Tories hanno un consenso più diffuso sul resto del territorio (4) nel quale si sono avvantaggiati dell'effetto maggioranza relativa estesa che gli ha permesso di conquistare un maggior numero di seggi battendo gli avversari in ogni singolo collegio con una differenza anche minima.
Il Partito Connservatori malgrado che abbia guadagnato il 5,5% dei voti ha perso 12 seggi, il Labour che invece cresce del 9,5% guadagna "solo" 26 seggi. Considerando che la Camera dei Comuni è composta di 650 parlamentari si comprende l'anomalia rappresentativa dei dati precedenti.
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Il primo commento è che non risentiremo più nessuno in Italia suggerire il "maggioritario all'inglese" come soluzione ai nostri problemi di governabilità: sapere la sera stessa delle elezioni chi vince e chi governa.
Ho sentito Prodi, Veltroni, Salvini, lo stesso Renzi che non sa più a cosa attaccarsi... forse il loro intento era quello di promuovere un sistema che consenta e supporti il bipolarismo in funzione dell'alternanza.
Il sistema elettorale UK è si "maggioritario" ma collegio per collegio, o meglio è maggioritario all'interno di ogni collegio uninominale. Assunto ciò, non è affatto detto che il risultato generale finale sia a favore inequivocabilmente a favore di un partito, ma può presentarsi una situazione frammentata.
In teoria, col sistema elettorale inglese il partito di maggioranza relativa i cui candidati vincessero per un solo voto in ogni collegio otterrebbe la totalità dei seggi in Parlamento.
Il risultato dei 2 maggiori parti è molto vicino come voti popolari: Conservatori al 42,4%; Labour al 40%; eppure essi hanno ottenuto una non-proporzionale assegnazione dei parlamentari, rispettivamente 318 e 261 per effetto del "gioco" dei collegi uninominali. (1) (2) (3)
Se vediamo bene la geografia dei seggi ci accorgiamo che il consenso dei Labour è concentrato (4) in alcune zone intorno a Liverpool e Manchester, antiche roccaforti manifatturiere e proletarie, Newcastle e Durham, e, sorpresa, Londra la rossa (5)
Diversamente i Tories hanno un consenso più diffuso sul resto del territorio (4) nel quale si sono avvantaggiati dell'effetto maggioranza relativa estesa che gli ha permesso di conquistare un maggior numero di seggi battendo gli avversari in ogni singolo collegio con una differenza anche minima.
Il Partito Connservatori malgrado che abbia guadagnato il 5,5% dei voti ha perso 12 seggi, il Labour che invece cresce del 9,5% guadagna "solo" 26 seggi. Considerando che la Camera dei Comuni è composta di 650 parlamentari si comprende l'anomalia rappresentativa dei dati precedenti.
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