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Cassazione: immigrati obbligo di conformarsi

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  • Cassazione: immigrati obbligo di conformarsi

    Finalmente...

    (ANSA) -

    Gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno "l'obbligo" di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso "di stabilirsi" ben sapendo che "sono diversi" dai loro e "non è tollerabile che l'attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante".

    Lo sottolinea la Cassazione condannando un indiano sikh che voleva circolare con un coltello 'sacro' secondo i precetti della sua religione.



    Non se ne poteva più

    Questi attaccavano sempre con la solita lagnetta che per "non offendere" le loro credenze dovevamo NOI togliere i nostri simboli, nascondere la nostra arte, rinunciare alle nostre usanze e comportarci in modo politically correct.
    ..

    Che OO!!





    Last edited by Martin; 15/05/2017, 16:36.
    Sono capitato in questo forum per caso, volevo delocalizzare me stesso...

  • #2
    Il primo che vede una col burqa o niqab in suolo pubblico chiami il 112, la faccia identificare e la denunci, allegando alla denuncia questa sentenza... sarei proprio curioso di vedere cosa ne verrebbe fuori in tribunale...
    naturalmente bisogna avere due soldi da buttare per l'avvocato, ma lo spettacolo in tribunale potrebbe valere il costo del biglietto.

    Visto che se non sbaglio esiste una legge reale che obbliga ad essere identificabili in pubblico, legge mai abrogata.
    La legge prevedeva l'esenzione per giustificato motivo e/o ragioni culturali.

    Ora con la sentenza della cassazione si potrebbe tentare, forzando la mano, di far sparire burqa e burqini...

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    • #3
      Una cosa: che differenza c'è (nella foto) con quello della muta!! ?? :-D


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      • #4
        Credo la limitazione sia circoscritta ai Sikh che pur docili e affabili (ho un tempio vicino casa) per cultura girano con coltellacci ricurvi di 15 cm....
        Two roads diverged in a wood, and I took the one less traveled by. And that has made all the difference.

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        • #5
          a quando nelle mense: "o magi il maiale o digiuni" ?

          sta sera mi sono fatto un mezzo stinco ed una porchetta da libidine....
          Last edited by Edmond_Dantès; 15/05/2017, 21:23.

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          • #6
            Per chi vuol approfondire

            Gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno «l'obbligo» di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso «di stabilirsi" ben sapendo che «sono diversi» dai loro e «non è tollerabile che l'attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante». Lo sottolinea la Cassazione condannando un indiano sikh che voleva circolare con un coltello 'sacrò secondo i precetti della sua religione.

            «In una società multietnica - prosegue il verdetto - la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l'integrazione non impone l’abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell’art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante». Così i supremi giudici hanno respinto il ricorso di Jatinder S. (32 anni), condannato a duemila euro di ammenda dal Tribunale di Mantova nel 2015, perchè era stato sorpreso a Goito (Mn), dove c'è una grande comunità sikh, mentre usciva di casa armato di coltello.


            L'indiano aveva sostenuto che il 'kirpan', come il turbante «era un simbolo della religione e il portarlo costituiva adempimento del dovere religioso». Chiedeva di non essere multato, e la sua richiesta è stata condivisa dalla Procura della Suprema Corte che, ritenendo il comportamento giustificato dalla diversità culturale, aveva chiesto di stracciare la condanna. Ad avviso della Suprema Corte, invece, «è essenziale l’obbligo per l'immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina». Per il verdetto, «la decisione di stabilirsi in una società in cui è noto, e si ha la consapevolezza, che i valori di riferimento sono diversi da quella di provenienza, ne impone il rispetto e non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante».


            «La società multietnica - aggiunge inoltre la sentenza 24084 - è una necessità, ma non può portare alla formazione di arcipelaghi culturali configgenti, a seconda delle etnie che la compongono, ostandovi l’unicità del tessuto culturale e giuridico del nostro Paese che individua la sicurezza pubblica come un bene da tutelare e, a tal fine, pone il divieto del porto di armi e di oggetti atti ad offendere». Non è in discussione la libertà di religione, spiega l’alta Corte, ma ci sono dei «limiti» stabiliti dalla legislazione «in vista delle tutela di altre esigenze, tra cui quelle della pacifica convivenza e della sicurezza, compendiate nella formula dell’ordine pubblico».

            (Leggete, siamo al trionfo del politically correct!)
            In proposito, gli 'ermellinì ricordano che proprio in nome dei diritti e delle libertà altrui, dell’ordine pubblico e della sicurezza, la Corte di Strasburgo ha giustificato il limite all’utilizzo del velo islamico, e il divieto di indossare visibili croci cristiane in un ambiente di lavoro dove i sikh avevano accettato di non indossare turbanti e di portare il 'kirpan'.
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            Sono capitato in questo forum per caso, volevo delocalizzare me stesso...

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            • #7
              Tutto bene tranne l'ultimo paragrafo che, con solo un paio di parole, ha fatto crollare tutto il resto dell'articolo...
              la Corte di Strasburgo ha giustificato il limite all’utilizzo del velo islamico, e il divieto di indossare visibili croci cristiane in un ambiente di lavoro dove i sikh avevano accettato di non indossare turbanti e di portare il 'kirpan'.
              Croce e coltello non sono proprio la stessa cosa... soprattutto quando si giustifica la sentenza con
              in nome dei diritti e delle libertà altrui, dell’ordine pubblico e della sicurezza
              tranne casi particolari, in questo caso potrebbe configurarsi una legittima difesa!

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              • #8
                Originariamente Scritto da ubiquo Visualizza Messaggio
                Il primo che vede una col burqa o niqab in suolo pubblico chiami il 112, la faccia identificare e la denunci, allegando alla denuncia questa sentenza... sarei proprio curioso di vedere cosa ne verrebbe fuori in tribunale...
                naturalmente bisogna avere due soldi da buttare per l'avvocato, ma lo spettacolo in tribunale potrebbe valere il costo del biglietto.

                Visto che se non sbaglio esiste una legge reale che obbliga ad essere identificabili in pubblico, legge mai abrogata.
                La legge prevedeva l'esenzione per giustificato motivo e/o ragioni culturali.

                Ora con la sentenza della cassazione si potrebbe tentare, forzando la mano, di far sparire burqa e burqini...




                Non sono un giurista ma sono certo che la legge sul divieto di travisamento/mascheramento è tuttora in vigore, ammette delle eccezioni come per la ricorrenza di certe festività/ricorrenze, vedi Carnevale.



                A proposito del burkini... chissà se è applicabile la cosiddetta "legge della spiaggia"

                Mi spiego, ai tempi dell'introduzione del topless sulle spiagge italiane ci si chiedeva se era da invocare il "comune senso del pudore" o il fenomeno di scoprire i seno delle donne in spiaggia si poteva considerarsi oramai accettato dalla cultura corrente.
                Ebbene, in una conversazione fra amici fra il serio ed il molto faceto, un avvocato presente dette il suo parere richiamando la "legge della spiaggia". Ossia in forza del cosiddetto "usi e consuetidini", i frenquentatori presenti potevamo esprimersi con referendum sull'approvazione o meno dell'adozione del topless.
                Ok, l'ilarità ci sta tutta

                Come diceva la prof del corso di francese all'università, française elle-même, parlando della laicità portava un esempio non religioso ma di costume, che comunque può rendere bene l'idea: <<Il messicano che indossa il sombrero in Messico è in linea con le usanze del luogo, ma indossare il sombrero sugli Champs-Élysées è un'ostentazione!>>


                Riguardo al burqini, potremmo invocare la "legge della spiaggia" indicendo il referendum contro l'ostentazione dei 'simboli/costumi non autoctoni' sulle nostre battigie!!

                Oh... almeno vediamo che c'è sotto il burqini, se vale la pena invitarle a cena??
                Last edited by Martin; 17/05/2017, 16:16.
                Sono capitato in questo forum per caso, volevo delocalizzare me stesso...

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                • #9
                  State smaronando internet...

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                  • #10



                    Lascio la parola al sindaco musulmano di Rotterdam ... un bravo ragazzo!


                    OF ALL the expressions of solidarity across Europe in the aftermath of the terrorist attack at Charlie Hebdo, none was more vehement than that of Ahmed Aboutaleb, the mayor of Rotterdam.

                    The sharp-tongued Dutch-Moroccan mayor was an alderman in Amsterdam in 2004, when an Islamist extremist murdered the Dutch television satirist Theo van Gogh, and he has long called on Muslims to actively repudiate fundamentalism.

                    But his words on the night of the attack were blunt even for him. "If you don't like the freedom [we enjoy in the Netherlands], for heaven's sake, pack your suitcase and leave," he said in an interview with the Dutch television news broadcaster NOS. "If you can't handle it here, because you can't handle humorists who put out a newspaper—well, let me put it this way: piss off."


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                    • #11
                      Originariamente Scritto da ubiquo Visualizza Messaggio
                      Tutto bene tranne l'ultimo paragrafo che, con solo un paio di parole, ha fatto crollare tutto il resto dell'articolo...

                      "In proposito, gli 'ermellinì ricordano che proprio in nome dei diritti e delle libertà altrui, dell’ordine pubblico e della sicurezza, la Corte di Strasburgo ha giustificato il limite all’utilizzo del velo islamico, e il divieto di indossare visibili croci cristiane in un ambiente di lavoro dove i sikh avevano accettato di non indossare turbanti e di portare il 'kirpan'."


                      Non piace neanche a me quel passaggio, ma potrebbe essere una semplificazione giornalistica.


                      Stante il principio di tolleranza, secondo me dovrebbe essere rispettata la tradizione dei valori radicati nella storia della comunità d'accoglienza.

                      Piuttosto, si armi di "tolleranza" chi arriva: studi, si documenti, impari la lingua, prima di...



                      Asylum seekers and refugees sono un altro discorso, ma hanno pur sempre lo status di ospiti.
                      Last edited by Martin; 17/05/2017, 18:00.
                      Sono capitato in questo forum per caso, volevo delocalizzare me stesso...

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                      • #12
                        Nel resto del mondo Sono anni che bisogna conformarsi alle normative dei paesi ospitanti ..... che acume i nostri politici

                        Comment


                        • #13
                          Originariamente Scritto da Martin Visualizza Messaggio
                          Per chi vuol approfondire

                          Gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno «l'obbligo» di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso «di stabilirsi" ben sapendo che «sono diversi» dai loro e «non è tollerabile che l'attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante». Lo sottolinea la Cassazione condannando un indiano sikh che voleva circolare con un coltello 'sacrò secondo i precetti della sua religione.

                          «In una società multietnica - prosegue il verdetto - la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l'integrazione non impone l’abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell’art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante». Così i supremi giudici hanno respinto il ricorso di Jatinder S. (32 anni), condannato a duemila euro di ammenda dal Tribunale di Mantova nel 2015, perchè era stato sorpreso a Goito (Mn), dove c'è una grande comunità sikh, mentre usciva di casa armato di coltello.


                          L'indiano aveva sostenuto che il 'kirpan', come il turbante «era un simbolo della religione e il portarlo costituiva adempimento del dovere religioso». Chiedeva di non essere multato, e la sua richiesta è stata condivisa dalla Procura della Suprema Corte che, ritenendo il comportamento giustificato dalla diversità culturale, aveva chiesto di stracciare la condanna. Ad avviso della Suprema Corte, invece, «è essenziale l’obbligo per l'immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina». Per il verdetto, «la decisione di stabilirsi in una società in cui è noto, e si ha la consapevolezza, che i valori di riferimento sono diversi da quella di provenienza, ne impone il rispetto e non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante».


                          «La società multietnica - aggiunge inoltre la sentenza 24084 - è una necessità, ma non può portare alla formazione di arcipelaghi culturali configgenti, a seconda delle etnie che la compongono, ostandovi l’unicità del tessuto culturale e giuridico del nostro Paese che individua la sicurezza pubblica come un bene da tutelare e, a tal fine, pone il divieto del porto di armi e di oggetti atti ad offendere». Non è in discussione la libertà di religione, spiega l’alta Corte, ma ci sono dei «limiti» stabiliti dalla legislazione «in vista delle tutela di altre esigenze, tra cui quelle della pacifica convivenza e della sicurezza, compendiate nella formula dell’ordine pubblico».

                          (Leggete, siamo al trionfo del politically correct!)
                          In proposito, gli 'ermellinì ricordano che proprio in nome dei diritti e delle libertà altrui, dell’ordine pubblico e della sicurezza, la Corte di Strasburgo ha giustificato il limite all’utilizzo del velo islamico, e il divieto di indossare visibili croci cristiane in un ambiente di lavoro dove i sikh avevano accettato di non indossare turbanti e di portare il 'kirpan'.
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                          Originariamente Scritto da ubiquo Visualizza Messaggio
                          Tutto bene tranne l'ultimo paragrafo che, con solo un paio di parole, ha fatto crollare tutto il resto dell'articolo...

                          Croce e coltello non sono proprio la stessa cosa... soprattutto quando si giustifica la sentenza con


                          tranne casi particolari, in questo caso potrebbe configurarsi una legittima difesa!


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                          • #14
                            se non sei culattone non sei dei loro....



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                            • #15
                              Originariamente Scritto da fabio Visualizza Messaggio
                              Credo la limitazione sia circoscritta ai Sikh che pur docili e affabili (ho un tempio vicino casa) per cultura girano con coltellacci ricurvi di 15 cm....

                              La pensa così anche Marco Travaglio per come ha tagliato corto ieri sera su La7 ad Otto e mezzo, si vede che non legge neanche il giornale che dirige

                              Tuttavia la cosa non è così pacifica.
                              Infatti, la Procura della Suprema corte aveva chiesto il prosciogliemento dell'imputato in quanto seguiva i precetti della sua religione, i Giudici hanno confermato la condanna. Chiaro che non tutti i "giuristi" la pensano allo stesso modo.

                              Il dispositvo della sentenza ha fatto molto parlare perchè sembra debordare nel culturale, ma i punti fermi e chiari ci sono:

                              Se l'integrazione non impone l’abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell’art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante.

                              è essenziale l’obbligo per l'immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina.


                              Quindi rileggendo il testo a mente fredda si fugano i dubbi, soprattutto riguardo alla parola "valori" che fanno riferimento inequivocabilmente a civiltà giuridica della società ospitante e ordinamento giuridico che la disciplina.



                              Ho ancora delle perplessità sull'ultimo paragrafo:

                              In proposito, gli 'ermellinì ricordano che proprio in nome dei diritti e delle libertà altrui, dell’ordine pubblico e della sicurezza, la Corte di Strasburgo ha giustificato il limite all’utilizzo del velo islamico, e il divieto di indossare visibili croci cristiane in un ambiente di lavoro dove i sikh avevano accettato di non indossare turbanti e di portare il 'kirpan'.

                              Non vorrei che certe disposizione sovranazionali venissero trasferite in Italia come delle linee guida del politically correct!!!!!!!
                              Last edited by Martin; 18/05/2017, 13:52.
                              Sono capitato in questo forum per caso, volevo delocalizzare me stesso...

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