Pubblicato il 08/09/2011 16:11
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Molti dei più classici paradisi fiscali, in primo luogo le isole dei Caraibi, si sono quindi messi al riparo per ora da ipotetiche sanzioni con una lettera di intenti. "Ho piacere di informarla" ha scritto ad esempio il 18 maggio 2000 Peter Smith, il governatore delle Isole Cayman - il maggiore centro off-shore del pianeta - al Segretario dell'Ocse Donald Johnston, "che le Isole Cayman con la presente si impegnano per l'eliminazione delle pratiche fiscali che siano considerate dannose in accordo con il rapporto Ocse". Da paradisi a purgatori? Per adesso solo sulla carta. Secondo la stessa Ocse, i paesi che finora possono effettivamente essere esclusi dalla lista nera sono solo tre: Barbados, Maldive e Tonga.
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