Tempi duri per gli evasori fiscali. Per i "furbetti" dello scontrino e per i professionisti che non emettono fattura, per chi affitta casa in nero e per chi viaggia su macchinoni extralusso pur risultando nullatenente.


Oltre che per tutta quella miriade di romani che, simulando un reddito diverso da quello effettivo, paga rette bassissime per asili nido e mense scolastiche. Non bastavano la stretta imposta dal governo Monti e i blitz all' ora di punta nelle vie dello shopping, ora pure il Campidoglio fa sul serio: vista la preoccupante crisi di liquidità, ne va della sua stessa sopravvivenza.

La giunta Alemanno ha infatti deciso di far fruttare al massimo l'accordo siglato i primi di febbraio tra il governo e l'Agenzia delle Entrate, varando una speciale task-force anti-evasori che sarà approvata nella seduta di oggi. In base a quell'intesa, infatti, i sindaci che segnalano i nomi e i cognomi di chi bara sulle tasse riceveranno in cambio dallo Stato il 100% delle somme recuperate. Almeno fino al 2014: dopodiché, la quota verrà dimezzata.

La squadra capitolina degli 007 fiscali sarà composta da personale dei dipartimenti che si occupano di entrate (Bilancio e Attività produttive), da agenti della polizia municipale e da addetti della società di accertamento e riscossione AequaRoma, che lavoreranno fianco a fianco con l'Agenzia delle Entrate, l'Agenzia del Territorio, l'Inps e la Guardia di Finanza. Si muoveranno secondo le istruzioni operative già dettate nell' intesa nazionale, con un obbiettivo strategico: attivare una serie di controlli che, attraverso monitoraggi mirati, siano in grado di scovare ogni sacca di illegalità.

E già perché, per conquistarsi il diritto ad incassare il 100% delle tasse non versate, non basterà un semplice sospetto: il Campidoglio ha l'obbligo di fornire indicazioni precise e dettagliate su nomi, fatti e operazioni che testimonino un'evasione reale. Come si evince dal testo dell'intesa tra il governoe l'Agenzia delle Entrate, secondo cui le informazioni dei Comuni dovranno essere «suscettibili di utilizzo ai fini dell'accertamento dei tributi statali e dei contributi attraverso segnalazioni qualificate, intendendosi per tali le posizioni soggettive in relazione alle quali sono rilevati e segnalati atti, fatti e negozi che evidenziano, senza ulteriori elaborazioni logiche, comportamenti evasivi e/o elusivi».

Ma stavolta non sarà una lotta a mani nude come nel passato. La task-force capitolina potrà infatti contare su una serie di banche dati, proprie e degli altri componenti la task-force: potrà per esempio incrociare le dichiarazioni dei redditi dei singoli contribuenti con i dati dell'Imu, fare lo stesso con i contratti di affitto, quelli sulle compravendite immobiliari, i dati catastali, le utenze domestiche, le licenze per l'esercizio delle attività commerciali. Ed estendere le proprie "ricerche" ai settori più vari settori: le professioni, l'urbanistica, la proprietà edilizie e il patrimonio immobiliare, le costruzioni, il commercio, la disponibilità di beni indicativi di capacità di reddito.

E non dovrebbe risultare neppure difficile individuare le famigerate residenze fittizie nei paradisi fiscali: basterà dimostrare la presenza abituale in città di chi, pur risultando cittadino di Montecarlo, è titolare di una ditta a Roma e magari proprietario di un immobile dove abitano moglie e figli. A fine anno, a seconda dell'incasso ottenuto, sapremo se gli 007 del fisco romano saranno stati all' altezza del compito.

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