Non solo schemi contrattuali, o triangolazioni con società create in paesi Ue. Chi sceglie la strada dei tax heavens dovrà disporre e movimentare le proprie ricchezze. Un aspetto da considerare, una volta scelta la tipologia societaria che meglio risponde alle proprie esigenze, è dunque la gestione e i rapporti con le banche off-shore. Secondo gli esperti è preferibile orientare la scelta su un'area comoda da raggiungere: il rischio è quello di dover mandare in giro le copie autenticate del proprio passaporto potendo anche incorrere in controlli.
È necessario valutare poi, nel caso di un istituto poco conosciuto, alcuni indicatori come l'età anagrafica della banca, il bilancio dell'ultimo esercizio e la composizione del management. Alcuni dei servizi base offerti dalle banche off-shore vanno dalle carte di credito e di debito operative sui circuiti internazionali all'apertura di un conto senza interferenze e in tempi sprint, dalla facilità del deposito e del prelievo, al conto in varie valute e la possibilità di poter effettuare le operazioni a distanza (tramite internet, telefono, fax). Ma se la privacy è l'obiettivo principale e non si riesce a trovare un istituto bancario che risponda adeguatamente alle proprie esigenze, in alcune giurisdizioni è possibile addirittura costituire dal nulla la propria banca off-shore. Basta possedere poco meno di 30 mila euro e la supervisione di un esperto. Che cosa mettere nel piatto della bilancia. La barriera tra evasione ed elusione è davvero molto sottile. La scelta secondo chi opera nel settore deve essere compiuta insieme all'avvocato o al commercialista di fiducia, non basta considerare i fattori degli investimenti reali come il rischio paese, politico o il rischio moneta. Racconta ******** Caporaso: "Bisogna principalmente sapere con chi si sta trattando.
Questo tipo di consulenze, se fatte grossolanamente, possono comportare seri rischi sia per il cliente che si trova a fare un'operazione senza copertura legale, sia per il consulente che può essere accusato di istigazione all'evasione fiscale e altri reati. Il rischio è quasi zero se vengono presi in considerazione tutti i fattori. Per questo è importante l'opinione del commercialista e dell'avvocato. Il consulente internazionale normalmente è aggiornato sulla legislazione offshore e non su quella dei paesi industrializzati. Come consulente internazionale non ho il contatto diretto con il cliente, tutto si svolge via telefono o internet, realmente non conosco le vere intenzioni del cliente. In genere cerco di capirle", conclude Caporaso, "per evitare un domani di essere coinvolto in scandali. In 12 anni di consulenza offshore non abbiamo mai avuto un cliente indagato”. (riproduzione riservata)
Autori:Cristina Bartelli
Fonte:ItaliaOggi7
È necessario valutare poi, nel caso di un istituto poco conosciuto, alcuni indicatori come l'età anagrafica della banca, il bilancio dell'ultimo esercizio e la composizione del management. Alcuni dei servizi base offerti dalle banche off-shore vanno dalle carte di credito e di debito operative sui circuiti internazionali all'apertura di un conto senza interferenze e in tempi sprint, dalla facilità del deposito e del prelievo, al conto in varie valute e la possibilità di poter effettuare le operazioni a distanza (tramite internet, telefono, fax). Ma se la privacy è l'obiettivo principale e non si riesce a trovare un istituto bancario che risponda adeguatamente alle proprie esigenze, in alcune giurisdizioni è possibile addirittura costituire dal nulla la propria banca off-shore. Basta possedere poco meno di 30 mila euro e la supervisione di un esperto. Che cosa mettere nel piatto della bilancia. La barriera tra evasione ed elusione è davvero molto sottile. La scelta secondo chi opera nel settore deve essere compiuta insieme all'avvocato o al commercialista di fiducia, non basta considerare i fattori degli investimenti reali come il rischio paese, politico o il rischio moneta. Racconta ******** Caporaso: "Bisogna principalmente sapere con chi si sta trattando.
Questo tipo di consulenze, se fatte grossolanamente, possono comportare seri rischi sia per il cliente che si trova a fare un'operazione senza copertura legale, sia per il consulente che può essere accusato di istigazione all'evasione fiscale e altri reati. Il rischio è quasi zero se vengono presi in considerazione tutti i fattori. Per questo è importante l'opinione del commercialista e dell'avvocato. Il consulente internazionale normalmente è aggiornato sulla legislazione offshore e non su quella dei paesi industrializzati. Come consulente internazionale non ho il contatto diretto con il cliente, tutto si svolge via telefono o internet, realmente non conosco le vere intenzioni del cliente. In genere cerco di capirle", conclude Caporaso, "per evitare un domani di essere coinvolto in scandali. In 12 anni di consulenza offshore non abbiamo mai avuto un cliente indagato”. (riproduzione riservata)
Autori:Cristina Bartelli
Fonte:ItaliaOggi7